Cinque domande ai candidati alla presidenza della Regione Piemonte. Le risposte del presidente in carica Alberto Cirio.
1 - Quali sono le motivazioni della ricandidatura?
"Ho avuto l’onore di potermi occupare del nostro territorio in questi cinque anni e l’ho fatto in uno dei momenti più difficili della storia di questa Regione e dell’intero Paese, sconvolto da una pandemia che ha rivoluzionato le nostre abitudini e le nostre priorità, costretto tutti a rinunciare per mesi alla socialità per proteggere anziani e fragili e ha condizionato anche l’attività amministrativa della Regione che per oltre due anni è stata fagocitata dall’emergenza. Non appena la pandemia ci ha consentito di rialzare la testa abbiamo iniziato a lavorare per ricostruire la sanità piemontese che era fragile già prima, e che il Covid ha ancor più indebolito, e per sostenere lo sviluppo del Piemonte che abbiamo trovato con tante opere ferme e bloccate e che ora invece è ripartito. Oggi il Piemonte cresce in linea con l’Italia (e non accadeva da anni) ha dati migliori per quanto riguarda l’export e l’occupazione, ad esempio. Abbiamo ancora molto lavoro da fare per consolidare questa ripartenza e per questo sono onorato di essere candidato per continuare a governare la Regione per i prossimi cinque anni e portare a termine i tanti progetti iniziati".
2 - Quali devono essere le priorità su cui lavorare per la prossima amministrazione regionale?
"Il primo tema è la sanità. Rispetto al 2019, quando abbiamo iniziato a governare il Piemonte, nella sanità piemontese lavorano 2298 persone in più e abbiamo avviato, in accordo con i sindacati, un piano che prevede 2 mila assunzioni entro dicembre 2024. Abbiamo aumentato i posti letto (+1400) e avviato un piano straordinario di edilizia sanitaria che prevede 11 ospedali e 4 rigenerazioni e ampliamenti. Per quanto riguarda questo territorio sono in pieno svolgimento gli iter di realizzazione degli ospedali di Cuneo e e quello Savigliano-Saluzzo-Fossano, così come la rigenerazione degli ospedali di Alba e Bra, dopo l’apertura del nuovo ospedale di Verduno nel 2020, dopo decenni di attesa. In questi anni abbiamo affrontato l’annoso problema delle liste d’attesa che non nasce oggi, ma ha radici lontane. Grazie al grande lavoro dei sanitari e a 50 milioni di risorse extra investite ogni anno, abbiamo recuperato i livelli pre covid per quanto riguarda le prestazioni U,B e D, ora, con la nuova gara del Cup, potremo finalmente riorganizzare il sistema in modo da recuperare i tempi di attesa delle prescizioni P. In autunno con il nuovo appalto del Centro unico per le prenotazioni, che abbiamo ereditato dalla passata amministrazione di centrosinistra, potremo raddoppiare la capacità di risposta e organizzare le prenotazioni per quadrante e non più su base regionale, con prestazioni 7 giorni su 7 e la presa in carico di chi non trova subito posto. Poi ci sono i temi del lavoro e del rilancio della manifattura: siamo diventati una regione attrattiva, come certifica Moody’s, che ha appena aumentato il rating del Piemonte, e come ci dice anche il Financial Times che colloca la nostra regione al sesto posto tra quelle più attrattive d’Europa".
3 - Sanità: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
"Come ho già detto sulla sanità scontiamo 20 anni di tagli e zero investimenti. Noi abbiamo invertito la rotta. È sufficiente? Non ancora, ma siamo sulla strada giusta".
4 - Trasporti: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
"Abbiamo lavorato per potenziare i servizi, partendo dalla riattivazione di quelli sospesi, come la linea ferroviaria Asti-Alba, ferma da 12 anni e riaperta grazie a un investimento di 3 milioni di euro all’anno. Abbiamo prolungato le linee Sfm4 da Alba e Bra e Sfm7 da Fossano fino all’aeroporto di Torino: opportunità importante in termini di mobilità ma anche per lo sviluppo del turismo perché vuol dire che un turista sale su un aereo a Londra, o, a partire da quest’estate, sale su un aereo a Istanbul, atterra a Caselle, sale sul treno e dopo un’ora e mezza è nel cuore di Langhe, Monferrato e Roero, patrimonio Unesco. E’ un primo passo: a gennaio torneranno i treni sulla linea Cuneo-Saluzzo-Savigliano, e partiranno i lavori sulla Ceva-Ormea, per arrivare alla riapertura del 2028. Un altro risultato importante è lo sblocco dell'autostrada Asti-Cuneo: cinque anni fa era bloccata, senza progetti e senza soldi, oggi sono in corso i cantieri dell’ultimo lotto che termineranno entro la fine dell’anno. Un risultato storico che si aggiunge a un altro obiettivo raggiunto: aver ottenuto dalla società concessionaria la revisione del piano finanziario per poter garantire il transito gratuito della tangenziale e dell’accesso all’ospedale di Verduno. Nell’ultimo accordo tra Anas e governo abbiamo ottenuto le risorse per l’ultimo lotto della tangenziale di Mondovì (70 milioni) e per la variante di Demonte (85 milioni) per la quale è stato anche nominato un commissario straordinario per velocizzare procedure e lavori di un’opera ferma da anni. Sul tunnel di Tenda, come è noto, l’iter ha avuto molte vicissitudini. La Regione, insieme a Provincia e Comuni, ha voluto istituire un comitato di monitoraggio per vigilare sul rispetto dei tempi di un cantiere che non vede coinvolti gli enti locali perché è in capo ad Anas. Come Piemonte abbiamo anche chiesto che non siano accordate proroghe all’azienda che sta eseguendo i lavori e che le penali che dovessero scattare per il mancato rispetto dei tempi siano assegnate come ristoro al territorio".
5 - Quale bagaglio di esperienze personali può mettere a disposizione del Piemonte?
"Ho avuto la fortuna di guidare una tra le regioni più importanti d’Italia e di portare anche qui la mia esperienza nell’amministrazione comunale e poi a Bruxelles come parlamentare europeo. Questi cinque anni sono stati insieme bellissimi e molto impegnativi. Durante la pandemia per mesi ogni volta che incontravo qualcuno mi sentivo dire che non avrebbe voluto essere al mio posto. Ma ho imparato tanto e sono orgoglioso, insieme alla mia squadra e a tutto il sistema sanitario, di aver portato fuori il Piemonte dalla pandemia prima e meglio rispetto ad altre regioni italiane. Con la stessa determinazione confermo il mio impegno per questo territorio, a partire dalla riduzione delle liste d’attesa in sanità, perché per me la sanità pubblica è un diritto e deve esserlo per tutti".