CUNEO - Cinque domande ai candidati alla presidenza della Regione: Gianna Pentenero

Le risposte della candidata del centrosinistra: "Attualmente mancano piani solidi in ambiti cruciali come la sanità e i trasporti"

Gianna Pentenero

Informazione politica elettorale 07/06/2024 07:30

Cinque domande ai candidati alla presidenza della Regione Piemonte. Le risposte di Gianna Pentenero.
 
1 - Quali sono le motivazioni della candidatura?
"Ho accettato la sfida di candidarmi perché credo che la Regione abbia bisogno di figure con esperienza e di proposte concrete per un cambiamento significativo. Negli anni recenti, la Regione ha perso le sue prerogative principali: pianificare sistemicamente e delegare l'attuazione ai Comuni. Abbiamo assistito a cinque anni di interventi diretti e spesso superficiali, che hanno ignorato una vera progettazione basata sui bisogni reali del territorio".
 
2 - Quali devono essere le priorità su cui lavorare per la prossima amministrazione regionale?
"Attualmente mancano piani solidi in ambiti cruciali come la sanità e i trasporti, non c'è una strategia formativa integrata con le scuole e il settore terziario, e la situazione rischia di peggiorare ulteriormente con la riforma Calderoli, che frammenterà il paese in 21 micro-regioni. Il Piemonte, a differenza di altre regioni, non riesce ad attrarre persone, imprese e competenze. Se non invertiamo questa tendenza attirando nuove risorse, la regione soffrirà di spopolamento e impoverimento". 
 
3 - Sanità: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
"La gestione del sistema di salute pubblica è l’eredità più negativa di questa amministrazione. Cirio e i suoi alleati raccontano di un sistema sanitario migliorato e funzionante, ma ogni cittadino sa benissimo che i ritardi sono all’ordine del giorno, che è quasi impossibile prenotare visite specialistiche e che sono centinaia di migliaia le persone che hanno persino rinunciato a curarsi, scoraggiate da tempi d’attesa estenuanti per accedere ai servizi pubblici o costi insostenibili per molte famiglie nel privato. Dovremo realizzare gli ospedali previsti e indispensabili, non realizzati nel corso dell’XI legislatura. Dovremo realizzare un piano dedicato agli IRCCS, facendo in modo che anche il Piemonte abbia diversi centri di riferimento, ed è di assoluto rilievo l’investimento nel Parco della salute e dell’Innovazione. 
Formare e assumere il personale sanitario necessario con un piano straordinario, condiviso con sindacati, aziende sanitarie e strutture ospedaliere. Un piano che preveda innanzitutto un saldo positivo tra pensionamenti/licenziamenti e nuove assunzioni, ma soprattutto che metta in condizione il sistema sanitario regionale di sapere quali sono i fabbisogni di personale per ogni realtà sulla base dei bisogni di salute. Un obiettivo che non può prescindere da una stretta collaborazione e un confronto costante anche con le Università: uno sguardo rivolto al futuro prossimo necessario per formare le figure professionali del domani, evitando il ricorso alla pratica dei gettonisti, con un piano che riporti il più possibile i servizi all’interno del sistema sanitario regionale. Riteniamo fondamentale anche promuovere progetti e sperimentazioni che valorizzino il volontariato in ambito sanitario, messo in campo da medici e infermieri in pensione. Riorganizzare la medicina di territorio e sviluppare le cure domiciliari diurne: uno dei primi obiettivi sarà l’apertura di una Casa di Comunità ogni 50mila abitanti, che sia facilmente individuabile e accessibile, che ospiti medici di medicina generale, infermieri e tutte le figure in grado di garantire la presa in carico dei pazienti. Dovremo garantire inoltre il sostegno alle famiglie con carichi assistenziali, anche attraverso specifici contributi economici. Sarà compito della regione promuovere anche forme di assistenza alternative alle RSA, come case famiglia, cohousing, centri diurni, case di giorno, appartamenti protetti. E poi, prima di tutto, riportare le liste d’attesa a tempi accettabili".
 
4 - Trasporti: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
"Creare un piano di trasporto sostenibile per connettere il Piemonte all'Europa. Completare e migliorare la sicurezza e l'efficienza del nostro sistema di comunicazioni transfrontaliere, puntando soprattutto sull’intermodalità, è una priorità per il Piemonte. Questo rappresenta anche un importante contributo al miglioramento dei trasporti in Europa. Rendere gratuito il trasporto pubblico per gli under 25. Realizzare infrastrutture utili e snelle per unire territori e città. Il Piemonte ha bisogno di investire in infrastrutture e trasporti efficienti e moderni. Vogliamo concentrare gli sforzi economici della Regione sugli investimenti e sulla programmazione per acquistare nuovi treni, ristrutturare le stazioni, in particolare per migliorare l'accesso alle persone con disabilità, ripristinare i servizi pre-Covid e riattivare le linee sospese per riconnettere parti importanti del territorio con i capoluoghi. Dovremo inoltre semplificare l’acquisto dei biglietti e inaugurare il biglietto/abbonamento unico per i trasporti piemontesi, ispirandoci al modello tedesco per garantire un costo accessibile a tutti e a quello francese, dove è stata introdotta una premialità per chi sceglie di viaggiare in modo sostenibile. Riutilizzare le 11 linee ferroviarie "sospese" e potenziare il "trasporto a chiamata" lungo le valli. Promuovere una mobilità sostenibile e sicura".
 
5 - Quale bagaglio di esperienze personali può mettere a disposizione del Piemonte?
"Sono nata nel 1964 e attualmente ricopro il ruolo di assessore a Lavoro, Sicurezza, Polizia Municipale e Attività Produttive del Comune di Torino. In passato sono stata sindaco di Casalborgone e nel 2005 ho svolto il ruolo di assessore all'Istruzione nella giunta Bresso. Nel 2014, ho nuovamente assunto l'incarico di assessore all'Istruzione, aggiungendo anche le deleghe per Lavoro e Formazione professionale nella giunta Chiamparino".

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