Cinque domande ai candidati alla presidenza della Regione Piemonte. Le risposte di Sarah Disabato.
1 - Quali sono le motivazioni della candidatura (o ricandidatura)?
"Alle elezioni dell’8 e 9 giugno il Piemonte si giocherà il suo futuro. È con questa consapevolezza che ho accettato di candidarmi a presidente della Regione per il Movimento 5 Stelle, ben conscia di quanto sia grande, soprattutto oggi, la responsabilità di governare. Non sarò sola. Al mio fianco ho una squadra di centinaia di persone che hanno condiviso con me il percorso in politica fin dai tempi del Consiglio comunale di Collegno e, successivamente, del Consiglio regionale. Ho sempre creduto nel lavoro di squadra, ho sempre creduto nelle persone, nel loro impegno, nella loro passione. Ho sempre creduto nell’importanza dei loro valori, dei loro ideali, delle loro idee. Idee con le quali ci candidiamo a cambiare volto al Piemonte, per proporre un’alternativa a decenni di governo di Centrosinistra e di Centrodestra, due facce della stessa medaglia".
2 - Quali devono essere le priorità su cui lavorare per la prossima amministrazione regionale?
"Diciamo no alle false promesse e alle misure spot di propaganda degli ultimi anni. I nostri saranno interventi strutturali per risolvere i problemi dei cittadini piemontesi. Cinque anni di governo Cirio non hanno risolto, bensì inasprito, i gravi problemi di cui soffre la nostra Regione. Parlo, in primis, del tema della sanità e del lavoro. Queste sono le due partite sulle quali intendiamo intervenire fin dal giorno successivo alle elezioni".
3 - Sanità: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
"La difesa del diritto alla salute è la nostra priorità. Vareremo un piano d’azione per la tutela della sanità pubblica su diverse direttrici, con nuove assunzioni per abbattere le liste d’attesa (perché gli straordinari non sono la soluzione) ed una revisione dei progetti per la realizzazione dei nuovi ospedali, da finanziare esclusivamente con fondi pubblici, senza ricorrere allo strumento del partenariato pubblico privato. Lavoreremo inoltre per reinternalizzare i servizi attualmente in mano al privato, a partire dal Centro Unico di Prenotazione. I tagli ai servizi si sono abbattuti soprattutto nelle aree montane e periferiche. In quei luoghi la sanità va ricostruita. Il Pnrr ha dato linfa per rimettere in sesto molte opere di edilizia sanitaria, dobbiamo continuare sulla scia delle politiche avviate da Conte a tal proposito".
4 - Trasporti: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
"La Giunta Cirio non ha fatto abbastanza per le ferrovie e i costi dei biglietti continuano a crescere. Permane una situazione di estremo disagio che spinge le persone ad utilizzare l’auto. Basta guardare l’Alba-Asti, riattivata dopo più di un decennio ma con poche corse giornaliere, così come l’Alba-Ciriè, per la quale stiamo ancora aspettando la sostituzione dei vecchi e inadeguati convogli. Per non parlare del problema delle ferrovie sospese, da riattivare tutte il prima possibile. C’è poi il tema della sicurezza stradale, che ho sollevato più volte in Consiglio regionale con il collega Ivano Martinetti. Alle nostre richieste di stanziare maggiori fondi a bilancio, la maggioranza ha sempre risposto "no"".
5 - Quale bagaglio di esperienze personali può mettere a disposizione del Piemonte?
"Grazie agli studi in Scienze Biologiche ho maturato un interesse profondo per la tutela dell’ambiente e della biodiversità, valori che voglio tradurre in azioni politiche per salvaguardare gli ecosistemi e preservare gli equilibri naturali, lavorando anche sulla transizione ecologica. D’altro canto, lavorando per un decennio nel mondo dello sport ho capito quanto siano importanti il lavoro di squadra e l’ascolto delle persone. Lo sport può essere uno strumento per eliminare le disuguaglianze e le discriminazioni. Questi sono i valori che ho portato nella mia prima esperienza politica in Consiglio Comunale a Collegno, durante la quale ho fatto parte delle Commissioni Bilancio e Ambiente. In quegli anni ho capito veramente cosa volesse dire fare politica. Un amministratore locale deve essere attento alle esigenze del territorio, deve saper rispondere ai problemi delle cittadine e dei cittadini. Deve ascoltare proposte e segnalazioni, farle proprie e portarle nelle istituzioni. L’ho fatto a Collegno e ho continuato a farlo in Consiglio regionale, anche da Capogruppo M5S, facendo dell’ascolto dei piemontesi e delle piemontesi il faro della mia esperienza politica. A ciò si affianca l’attivismo nel Movimento, fin dal 2013, sempre con la volontà di stare nei territori e lavorare per i territori. L’incarico di coordinatrice regionale M5S, che ricopro attualmente, mi ha permesso di toccare con mano le difficoltà, le sfide e le opportunità di tutte le province. Con questo bagaglio di esperienze, e con l’aiuto di centinaia di sostenitori e di amici, sono pronta a guidare il Piemonte nelle sfide che delineeranno il suo futuro".