Cinque domande ai candidati alle prossime elezioni europee. Le risposte di Piergiorgio Odifreddi, candidato con la lista Pace Terra e Dignità.
1 - Quali sono le motivazioni della sua candidatura?
Io non mi sono mai impegnato molto direttamente in politica, eccetto in un paio di momenti cruciali: negli anni '70 con i radicali, nel momento delle battaglie sui diritti civili, e nel 2008 con il neonato Pd di Veltroni, che mi coinvolse con tanti altri nel tentativo di creare un nuovo soggetto politico di sinistra. Anche l'attuale mi sembra un momento cruciale, e non soltanto nella vita del nostro paese, ma dell'Europa intera. Visto l'appiattimento delle forze politiche tradizionali su posizioni belliciste e filoatlantiste, la lista proposta da Santoro mi sembra l'unica a mettere la pace al centro del proprio programma. Io l'ho vista nascere nel corso dell'anno passato, e ho avuto l'onore e il piacere di parlarne con Santoro fin dagli inizi: la mia candidatura è stata dunque una conseguenza naturale.
2 - Quali sono per lei, oggi, il senso e il ruolo dell’Unione Europea?
L'Unione Europea ha poco senso, e svolge un ruolo marginale sullo scacchiere mondiale, così com'è ora: si tratta di un'unione principalmente mercantile, come d'altronde era nei propositi originari dei suoi padri fondatori. Ora da molte parti si chiede che l'Europa diventi un vero soggetto politico autonomo e coeso, ma questo richiede un ripensamento dei suoi valori, dei suoi obiettivi fondamentali e della sua collocazione all'interno dello scacchiere mondiale. Il rischio è che invece la transizione agli "Stati Uniti d'Europa" venga presentata e attuata senza discussioni aperte e senza mandati elettorali espliciti: lo si vede nei proclami di politici autoritari come Draghi o Macron, che tendono a far accettare il fatto compiuto, e mirano ad avere un ruolo egemone nel nuovo soggetto che verrà.
3 - Quale ruolo può avere l’UE sulla gestione di un tema centrale per la provincia di Cuneo come quello delle infrastrutture locali?
Il professor Odifreddi ha preferito non rispondere in quanto non sufficientemente preparato sull'argomento, ndr.
4 - Agricoltura e ambiente: quale deve essere il ruolo dell’UE?
Ci sono molte Europe, anche se noi usiamo spesso l'articolo singolare: c'è un'Europa latina, una anglosassone, una balcanica, una slava, una nordica... Ciascuna di queste Europe ha obiettivi agricoli e ambientali diversi, e spesso contradditori: dunque, è illusorio pensare di poterli amalgamare fra loro. Il programma di Pace, Terra, Dignità dice espressamente, a questo proposito, che "il compito dell'Europa passa attraverso il Mediterraneo, anche per lo sviluppo da dare ai rapporti col Medio Oriente e il mondo arabo-musulmano. Attraverso questo mare la vocazione dell'Europa si estende verso l'Africa e l'Asia", invece che verso l'Europa del Nord e gli Stati Uniti. In una parola, noi pensiamo più al Mediterraneo che all'Europa attuale: le ricadute di questa visione sull'agricoltura e sull'ambiente, oltre che sull'immigrazione, sono automatiche.
5 - Quale bagaglio di esperienze personali può mettere a disposizione degli elettori?
Io sono di professione un matematico, e i rapporti fra la matematica e la politica sembrerebbero essere inesistenti. Invece da molti decenni i due campi sono strettamente legati, anche se i loro legami sono poco conosciuti, e se ne parla poco nei media. Per esempio, la teoria dei giochi ha sviluppato metodi matematici per effettuare scelte razionali in situazioni di conflitto (pacifico o bellico), e la teoria delle scelte sociali ha studiato i metodi per passare dalle preferenze individuali degli elettori alle scelte collettive degli stati, oltre che per sviluppare le leggi elettorali. Molti matematici hanno preso il premio Nobel per l'economia per i loro risultati in questi campi. E oggi pensare di far politica senza il contributo dei matematici, affidandosi solo ai politici professionisti, sarebbe come pensare di mandare razzi sulla Luna senza il contributo dei fisici o degli ingegneri, basandosi solo sui racconti di fantascienza.