CUNEO - Cinque domande ai candidati alle regionali: Giulia Marro

L'antropologa cuneese è candidata con Alleanza Verdi e Sinistra a sostegno di Gianna Pentenero: "Sanità, crisi climatica e welfare per le fasce fragili le priorità"

Giulia Marro

Redazione 10/05/2024 10:39

Cinque domande ai candidati alle prossime elezioni regionali. Le risposte di Giulia Marro, candidata per Alleanza Verdi e Sinistra a sostegno di Gianna Pentenero.
 
1 - Quali sono le motivazioni della candidatura (o ricandidatura)?
Faccio politica propositiva da tempo, stando in mezzo alle persone, creando rete, immaginando una società sicura perché solidale, convinta che sia necessario consolidare il patto sociale tra le varie anime della cittadinanza. Vorrei mettere a servizio della nostra Regione le mie esperienze multidisciplinari e internazionali,  convinta che possano essere uno strumento utile per allargare lo sguardo in senso plurale. La mia vuole essere una candidatura fatta di azioni concrete, di riflessione sui processi di costruzione della convivenza civica, per rafforzare la partecipazione, l’inclusione e la comprensione dell’altro. Mi candido perché al centro di questa campagna regionale ci sono temi che mi stanno a cuore, che conosco bene e che sono interconnessi tra loro: la sanità pubblica e la prevenzione, le dipendenze, la percezione di insicurezza nelle nostre città, l’emergenza abitativa, la crisi ambientale. Le soluzioni delle destre su questi temi si sono già dimostrate ampiamente fallimentari, è ora di cambiare corso. 
 
2 - Quali devono essere le priorità su cui lavorare per la prossima amministrazione regionale?
Sicuramente la sanità: dobbiamo opporci allo smantellamento della sanità pubblica, ormai sotto gli occhi di tutte e tutti. La sanità piemontese oggi non deve solo difendersi dal pericolo della privatizzazione dei servizi, messa in atto in questi anni dalle destre e da Cirio, ma deve adattarsi a una società che sta cambiando, e avere un più capillare radicamento territoriale. Il modello non deve essere quello dei pochi, lussuosi e inaccessibili ospedali di élite: vogliamo una sanità che arrivi ovunque e stia in mezzo alle persone, che promuova una vera società della cura. E poi c'è l'urgenza della crisi climatica, che riguarda l'agricoltura, i trasporti, le nostre montagne, i nostri stili di vita. Nonostante l'evidenza di ciò che sta succedendo, chi ci ha governato negli ultimi cinque anni sembra non essersi accorto dell'elefante nella stanza. Ma non basta: bisogna potenziare il welfare per le fasce più fragili, bisogna difendere i diritti delle donne, delle persone lgbtiq+ e dei migranti, sotto costante attacco da parte delle destre anche in Piemonte, bisogna lavorare su rappresentanza e partecipazione giovanile, bisogna risolvere la crisi abitativa, bisogna investire su RSA pubbliche e asili nido. 
 
3 - Sanità: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
Chiedere subito risorse integrative al governo per far fronte alla grave crisi del sistema sanitario del Piemonte. Mentre il bilancio di ASO e ASL è in profondo rosso (almeno di 200 milioni di euro), vi è un drammatico bisogno di nuovo personale, a tutti i livelli, a cominciare dalla medicina di base. Che le risorse siano destinate in via prioritaria alla riduzione delle liste d’attesa, a favorire la diagnosi preventiva e alla desaturazione dei pronto soccorso. Serve avviare la completa riorganizzazione e il potenziamento dei servizi territoriali socio-sanitari territoriali a titolarità pubblica, serve completare la creazione della Sanità digitale, in particolare l’informatizzazione dei processi gestionali del personale e nell’accesso alle prenotazioni. Il secondo filone di intervento è relativo alle strutture ospedaliere, verso le quali occorre intervenire con apparecchiature, attrezzature, arredi nuovi, migliorandone nel complesso l’efficienza. Dobbiamo abbandonare la costosa e inefficace politica dell'attuale amministrazione, basata sulla costruzione di nuovi ospedali in collaborazione con il privato, dirigendo invece tutte le risorse necessarie sul potenziamento della sanità territoriale, sia in città che in provincia e nelle aree interne, con particolare riferimento al reclutamento di medici di base, e di specialisti per ambulatori e case della salute.
 
4 - Trasporti: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
È necessaria l’adozione di un Piano sulla Mobilità Sostenibile che investa su trasporto pubblico e sistemi di multi-sharing, mobilità elettrica, potenziamento della mobilità ciclistica e dei percorsi ciclopedonali, abbattimento delle barriere architettoniche, siano esse fisiche e/o sensoriali, e salvaguardia dei pedoni. Vogliamo il trasporto pubblico gratuito per gli under 30 e per le categorie svantaggiate. Tutto ciò comporta il potenziamento della rete ferroviaria Regionale, col ripristino dei tratti ancora inutilizzati o sospesi, l’aumento della frequenza dei passaggi e la calendarizzazione del rinnovamento del materiale rotabile. Inoltre servono trasporti pubblici più efficienti e a prezzi agevolati per tutte e tutti nelle aree interne, per non creare divario tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.
 
5 - Quale bagaglio di esperienze personali può mettere a disposizione del Piemonte?
Sono a contatto in modo trasversale con diverse generazioni e contesti sociali. Con la mia formazione da antropologa sociale e culturale posso apportare alla comunità nuovi metodi, sguardi e idee. L’ho fatto in questi anni tramite il  ruolo da consigliera del comitato di quartiere Cuneo Centro, come portavoce del  comitato Cuneo Possibile, come membro del coordinamento di “Vivere la Costituzione” della Provincia di Cuneo. La mia attività lavorativa in un ufficio di mediazione in Corso Giolitti a Cuneo mi permette di accompagnare persone straniere nell’iter infinito e pieno di cavilli del rinnovo del permesso di soggiorno, mentre presso il Centro Informazioni Immigrati dell’ASL CN1 lavoro per chi si trova in situazione di irregolarità legale e ha bisogno di assistenza sanitaria temporanea per potersi curare. Sono operatrice umanitaria con Medici senza Frontiere, con cui sono partita come manager di promozione della salute per più missioni in posti martoriati da guerre e disastri ambientali. Sono anche operatrice socio-culturale: ho contribuito a fondare il Festival Zoé in Città, che ha poi portato alla nascita del Collettivo Zaratan, di cui sono vicepresidente, e collaboro con il comitato ARCI Cuneo Asti nello sviluppo associativo e nella progettazione. Infine il mio ruolo da giornalista freelance e da collaboratrice de La Stampa Cuneo mi permette di coltivare il distacco necessario per raccontare questa nostra società che cambia. Tutte queste esperienze mi danno una visione trasversale e sistemica dei tanti problemi che riguardano le nostre città e le nostre province: le voglio mettere a servizio di una regione che ha bisogno di un cambiamento radicale.
 
 

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