Cinque domande ai candidati alle prossime elezioni regionali. Le risposte di Marco Alessandro Giusta, candidato con Alleanza Verdi e Sinistra in appoggio a Gianna Pentenero.
1 - Quali sono le motivazioni della candidatura (o ricandidatura)?
È da tutta la vita che mi occupo di diritti, soprattutto come risposta alle ingiustizie che tante persone vivono sulla propria pelle. L'ho fatto per anni in associazioni e organizzazioni, che ho diretto o fondato, a livello locale così come a livello nazionale. Dopo la lunga parentesi di vita a Torino, dove sono stato assessore dal 2016 al 2021, sono tornato a vivere a Boves. Ho scelto di candidarmi, in ticket con Giulia Marro, una persona che stimo molto, per mettere la mia esperienza a disposizione per il bene della mia provincia e della mia regione, con la speranza di cambiare concretamente le cose. Ho fiducia nel territorio e nelle persone della Granda, e spero che loro abbiano fiducia in me.
2 - Quali devono essere le priorità su cui lavorare per la prossima amministrazione regionale?
La prossima amministrazione regionale a mio avviso deve lavorare su molti temi, definendo alcune priorità trasversali: prima su tutte, la salute delle persone e dell'ambiente, sia attraverso una buona sanità pubblica (a cui non servono tanti nuovi ospedali, quanto un potenziamento e valorizzazione del personale che ci lavora) sia attraverso il contrasto alla crisi climatica, che in questi giorni ci sta portando fiumi di pioggia ma in altri periodi calore e siccità. Personalmente ho tante cose in programma che vorrei realizzare: come prima cosa l’attenzione ai diritti di tutte e tutti, ad iniziare da quello alla salute, che passa attraverso una buona sanità pubblica; poi l’attenzione ai giovani, con spazi dedicati al loro protagonismo e ancor più alle opportunità, provando a bilanciare quelle tra chi vive in una grande città e chi in una borgata; l’attenzione al tema delle persone disabili e alle persone caregiver, provando a sostenere i progetti di vita indipendente anche grazie alla costituzione di fondazioni di diritti privato partecipate dal pubblico per dare una garanzia reale al “dopo di noi”; l’attenzione all’ambiente, che deve essere trasversale a tutte le politiche e diventare uno stimolo alla nostra economia, con la valorizzazione del turismo lento e stagionale, delle imprese artigianali, delle start up giovanili. E ancora molte altre.
3 - Sanità: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
Ho seguito con interesse l'azione che il comitato Salviamo La Costituzione sta facendo sul tema della sanità. Da loro arrivano alcuni importanti stimoli, ad iniziare dai nodi da affrontare: i tempi di attesa infiniti per gli esami, le possibilità di prenotazione bloccate, il malfunzionamento del centro unico di prenotazione, le visite mediche spesso in posti molto lontani (a mia madre, 75 anni, hanno dato disponibilità per una visita 5 mesi dopo da Boves a Novara), e poi la mancata valorizzazione e turnover del personale sanitario, medici ed infermieri, costretti a lavorare in condizioni difficili e turni massacranti che li condanna al burn out, a meno che non fuggano nel privato, come tanti stanno facendo. Come affrontare questi nodi e raggiungere gli obiettivi? Attraverso due strade: la prima un maggiore finanziamento alla sanità pubblica; la seconda, attraverso il controllo puntuale degli standard minimi, ad iniziare dai tempi massimi di attesa, adottando misure in caso di reiterata mancanza di rispetto dei termini individuati per l'erogazione delle prestazioni.
4 - Trasporti: quali sono i principali nodi da sciogliere e cosa può fare la Regione?
Il coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile (Co.M.I.S.) ha individuato alcune azioni fondamentali per il servizio di trasporto della regione che mi sento di condividere. Anzitutto, occorre partire dalla riattivazione di tutte le linee sospese del Piemonte nella convinzione che sia necessario ripristinare la rete capillare di collegamenti che c’era fino al 2010/2012, quando furono tagliate 12 tratte ferroviarie per un totale di più di 500 km. La situazione è peggiorata ulteriormente nel periodo pandemico, e i tagli effettuati, come ad esempio l'ultimo treno da Torino per Cuneo e il primo da Cuneo a Torino, non sono mai stati ripristinati. Questi tagli hanno lasciato la regione con un servizio ridotto, a differenza di altre regioni che hanno già superato i livelli pre-pandemia. È urgente migliorare il trasporto pubblico non solo per ridurre gli incidenti stradali e l'inquinamento, ma anche perché i cittadini richiedono con forza servizi migliori. La situazione attuale vede molte linee sospese e, dove attive, un servizio insufficiente. È necessario riattivare le corse tra Torino e Cuneo, vitali per lavoratori e studenti, e migliorare la gestione delle corse nei giorni festivi. Per la linea Cuneo-Ventimiglia, si chiede un aumento delle corse e una migliore manutenzione dei treni, spesso sovraffollati e in cattive condizioni. Le linee Bra-Cavallermaggiore e Saluzzo-Savigliano devono essere ripristinate. Occorre anche rivedere il progetto Metrogranda per creare una metropolitana provinciale. È fondamentale migliorare la manutenzione e l'accessibilità delle stazioni, molte delle quali sono in cattive condizioni e difficili da raggiungere per persone con mobilità ridotta. Bisogna mettere mano al raddoppio della linea Fossano-Cuneo e migliorare la linea Torino-Savona, essenziali per il trasporto passeggeri e merci. È necessario rivedere gli orari e migliorare l'integrazione tra trasporti pubblici e privati, con biglietti unici validi su tutto il territorio regionale. Io penso sia fondamentale rivedere complessivamente il trasporto pubblico in Piemonte, considerandolo un investimento essenziale per una mobilità sostenibile e per garantire il diritto alla mobilità per tutti i cittadini e le cittadine.
5 - Quale bagaglio di esperienze personali può mettere a disposizione del Piemonte?
Da ex scout sono convinto di dover essere sempre preparato per le sfide, motivo per cui ho continuato a formarmi. Dopo la laurea in Psicologia, ho conseguito un master in Diversity management e un executive master in Amministrazione pubblica. Da sempre attento al tema dei diritti, mi sono occupato di diritti civili, militando in Arcigay dal 2008 quando contribuii a fondare Arcigay a Cuneo, fino al 2016, ricoprendo diversi ruoli, da presidente di Arcigay Torino a componente della segreteria nazionale con delega ai Territori e al Lavoro. Sono stato anche RSU per la mia azienda per la CGIL, entrando nel direttivo provinciale. Dal 2016 fino alla fine del mandato nel 2021, sono stato assessore della Città di Torino, dove ho potuto realizzare diversi progetti di cui vado fiero, principalmente con le persone giovani, nelle periferie, provando a dare risposte concrete ai bisogni delle persone, con un po’ di fantasia e molto coraggio. Dalla costruzione del Campus Diffuso per studenti universitari al sostegno alla creatività giovanile (es. Torino Creativa e il suo Hub, Toward2030 con Lavazza, Casa Bottega), al lavoro sull’interculturalità e relazioni a partire dalla conoscenza diretta delle persone (beni comuni, zone franche, culture alla mole, festa dei vicini, Moschee aperte, Torino Plurale), al contrasto alla violenza sulle donne (Casa Marti, Piano antiviolenza Città di Torino), al sostegno ai diritti di tutte e tutti, fino alle progettualità europee più impattanti: Co.City, Tonite e il piano per le periferie AxTo. Negli ultimi due anni sono stato coordinatore del Torino Pride, co-organizzando la più partecipata manifestazione politica che si svolge in Piemonte. Questo bagaglio di esperienze, che adesso ho messo a disposizione del mio lavoro come responsabile del Monastero di San Biagio, è un punto di partenza per quello che potrò fare in Consiglio Regionale, oltre ovviamente alla vivacità e alla curiosità che mi hanno sempre contraddistinto, nello scoprire e imparare cose nuove, provando a stare sui territori, nei processi e a fianco delle cittadine e dei cittadini.