La tornata di amministrative svoltasi ieri nei principali centri italiani è stata l’ultimo banco di prova prima delle elezioni che decideranno il prossimo sindaco di Cuneo. Inutile dire che la partita che si gioca all’ombra della Bisalta segue logiche tutte sue e storicamente risente ben poco degli andamenti nazionali, ma qualche indicazione dal voto di ieri è possibile estrapolarla.
Innanzitutto il livello dell’astensione, in crescita ovunque. La disaffezione alla politica ha toccato anche la provincia di Cuneo, dove il dato medio nei 26 comuni dove si è votato si è attestato al 59,99%, di affluenza contro il 64,79% del 2016. Un calo di elettori certo più contenuto rispetto ad altre zone del Paese, ma di cui non si potrà non tenere conto. Nei retrobottega della politica si sussurra di solito che l’astensione favorisca il centrosinistra, in quanto dotato di un elettorato più affezionato, ma un’affermazione del genere necessiterebbe di un’analisi approfondita - e piuttosto complessa - sui risultati.
Sarebbe ingeneroso dire che questo sia il motivo che spinge alcuni elementi della politica cuneese a sognare una grande alleanza con un baricentro spostato verso sinistra. Ma giusto due settimane fa avevamo parlato del ‘sogno proibito’ di alcuni e ora, alla luce degli esperimenti di Napoli e Bologna, c’è chi prova a uscire allo scoperto. Si tratta di Pietro Carluzzo, potenziale candidato sindaco e leader della nuova lista Evoluzione: “Il centrosinistra vince bene se crea alleanze politiche e sociali, senza escludere, senza lasciare nessuno indietro - ha scritto sui suoi canali social -. Anche a Cuneo è ora di pensare ad una nuova coalizione popolare e progressista”. Manca soltanto la chiosa “PD, de te fabula narratur”.
Interpretando lo scritto dell’ex presidente della Consulta giovanile, l’idea è quella di creare una coalizione che comprenda al suo interno - oltre alla sua lista civica - i Dem, pezzi di Centro per Cuneo e Cuneo Solidale, ma anche la Costituente dei Beni Comuni e il mondo della sinistra legata all’associazionismo. In uno scenario del genere Crescere Insieme e l’ala moderata di Centro per Cuneo potrebbero anche essere tentati da un’eventuale e inedita avventura in orbita centrodestra (che accoglierebbe i cavalli di ritorno a braccia aperte), ma la congiuntura impone prudenza. All’interno dell’attuale maggioranza sono in molti a credere che non ci sia bisogno di crearsi problemi inserendo nello schema un elemento che fino a oggi ha rappresentato una delle opposizioni più intransigenti. Inflessibile, in questi dieci anni, l’idiosincrasia dell’area movimentista verso l’operato di Federico Borgna: ospedale a Confreria e piazza Europa solo per citare le due querelle più macroscopiche, ma la lista è lunga.
La sinistra interna all’attuale maggioranza è legata alla Costituente da molti valori comuni, ma all’atto pratico le differenze sono moltissime. Senza considerare che tra gli attuali consiglieri sono in pochi quelli disposti ad anteporre motivazioni prettamente ideologiche all’idea di una vittoria ritenuta certa, almeno sulla carta. Dall’altra parte, negli ambienti della Costituente, l’argomento è all’ordine del giorno: restare ‘duri e puri’ all’opposizione oppure provare a ‘sporcarsi le mani’ con le alleanze? Il dubbio resta, ma tra Fierro e compagni la possibilità di sedersi vicino ai membri dell’attuale maggioranza non scalda i cuori di nessuno e nel mentre si continua a lavorare sulla possibile candidatura a sindaco di Luciana Toselli, medico e consigliera comunale uscente.
A sparigliare il mazzo potrebbe essere Chiara Gribaudo, ma nonostante l’organizzazione della partecipata Agorà di qualche settimana fa, volta a raccogliere idee sulla città, la parlamentare dem borgarina non si è mai fatta sentire sui temi dell’attualità cuneese. E ora anche negli ambienti Pd sono in molti a pensare che il suo interesse per la corsa a palazzo civico sia relativo. Quel che è certo è che si tratta dell’unica figura che potrebbe radunare intorno a sé un consenso tale da ‘rompere’ gli equilibri della maggioranza. Al momento, però, resta uccel di bosco.
Anche dalle parti del centrodestra la situazione è in divenire e, tanto per cambiare, la speranza è che la coalizione che oggi governa la città si spacchi. Oramai pare evidente che non sarà Paolo Bongioanni il candidato sindaco, ma la coalizione non intende temporeggiare troppo a lungo per non ripetere gli errori fatti in passato e visti anche a questo giro nelle grandi città, dopo la scelta di candidati deboli e con scarso appeal. Per esercitare forza attrattiva nei confronti dei partiti ‘centristi’, ai quali si chiederebbe di portare fieno in cascina, ci vuole ben altro che un Luca Bernardo con l’accento piemontese.
Chiamati a più di una riflessione sono pure i militanti del Movimento Cinque Stelle: se è vero che le correnti provenienti dalla pianura Padana non influenzano troppo la politica cuneese, è altrettanto vero che dalle nostre parti nessuno ha mai tinto le urne di giallo (il colore simbolo degli ormai ex ‘grillini’). Se anche a Cuneo si registrasse un crollo dei consensi in percentuali simili a quelle viste in altre città, il destino potrebbe essere quello di rimanere fuori dal parlamentino di via Roma.
Intanto i ‘civici’ Beppe Lauria e Giancarlo Boselli, primi ad annunciare la loro candidatura a sindaco, restano a guardare. Loro una posizione chiara ce l’hanno.