CUNEO - Comunali, solo Fossano salva la faccia al centrodestra. Il paradosso del voto locale

Due cuneesi su tre scelgono Cirio, ma la coalizione non sa più vincere nei municipi: a Saluzzo succede da vent’anni, a Bra da quindici. FdI non compensa la Lega

Andrea Cascioli 11/06/2024 19:45

C’è un centrodestra che stenta a darsi una cultura dell’amministrazione e un centrosinistra che, all’opposto, non riesce a trasformare le preferenze personali in voti politici, quando dalla dimensione dei municipi si passa a quella regionale o nazionale. È una costante della politica, certo non solo a Cuneo, ma col passare del tempo nella Granda sembra essere diventato un assioma.
 
All’inizio di quest’ultima tornata, le coalizioni si presentavano in pareggio: Alba e Fossano al centrodestra, Bra e Saluzzo al centrosinistra. L’esito del voto ci dice che, se non fosse stato per i fatidici duecento voti arrivati a Tallone dalle frazioni (Murazzo e Maddalene in testa), oggi staremmo commentando una disfatta totale del centrodestra e un trionfo del centrosinistra. Qualcosa di analogo al 2009 e al 2014, quando per due volte i dem inflissero il “cappotto” agli avversari (5 a 0, perché si votava anche a Savigliano). Ma il quadro di allora era lontano anni luce da oggi: quelle di dieci anni fa, per intenderci, furono le europee del 40% per il Pd di Renzi.
 
Oggi tutto è cambiato, fuorché l’apparente incapacità del centrodestra di radicarsi nelle “sette sorelle”. A Saluzzo il monocolore del centrosinistra - iniziato con Allemano, proseguito con Calderoni e ora pronto a una nuova fase con Demaria - continua ininterrotto dal 2004. A Bra è lo stesso dal 2009, mentre a Cuneo e Savigliano, addirittura, il centrodestra non è mai stato alla guida del municipio. A parti invertite, altrettanto è accaduto a Mondovì, la città rivelatasi più ostica per il centrosinistra in provincia (ma ultimamente lo è anche per il centrodestra, che infatti siede all’opposizione da due mandati). Solo Fossano e Alba mostrano una sostanziale alternanza degli equilibri amministrativi.
 
Certo, la vittoria risicata nella città degli Acaja - dove nel voto al solo sindaco, va detto, lo sconfitto Balocco ha doppiato il vincitore Tallone - salva la faccia al centrodestra tutto e soprattutto alla Lega, che sulla conferma aveva puntato la sua credibilità. Se però cinque anni fa qualcuno poteva scambiare il “modello Fossano” per un trampolino di lancio, oggi assomiglia molto di più a una riserva indiana. Per il Carroccio la mazzata più tremenda arriva da Saluzzo: un tracollo di diciotto punti percentuali e un salto da tre consiglieri a zero, cosa che nella capitale del marchesato non era mai accaduta. Umiliazione ancora più bruciante se si considera che si spendeva in prima persona un consigliere regionale uscente, Paolo Demarchi, al quale ora non resta che sperare nell’eventuale ripescaggio in giunta di Icardi per conservare almeno uno dei due incarichi precedenti. A Savigliano la Lega aveva già perso la sua rappresentanza nelle ultime comunali. La mantiene a Bra e ad Alba, passando però da tre e cinque consiglieri - rispettivamente - ad uno.
 
Un altro aspetto da rilevare è che i guadagni del nuovo “azionista di maggioranza” della coalizione, ovvero Fratelli d’Italia, non compensano le perdite leghiste. A Saluzzo (dove va segnalato l’ottimo risultato della civica del candidato sindaco) FdI passa dal 4,9% al 9,7%, la Lega crolla dal 21,1% al 3,6%. Ad Alba la Lega scende dal 13,7% al 5%, Fratelli d’Italia sale dal 4,7% all’11,2%. Sotto la Zizzola è la stessa cosa: Lega in calo al 6,6% (dal 16%), meloniani in ascesa dal 4,6% al 10,4%. Perfino nel feudo di Fossano la discesa del Carroccio - ancora egemone - dal 30% al 19,1% non viene del tutto “coperta” da un ritorno di fiamma (tricolore) che si concretizza in un balzo dal 2,4% al 12,6%.
 
Sono molteplici gli aspetti che si potrebbero chiamare in causa per spiegare il fenomeno, a cominciare da una capacità - in genere superiore - delle forze di centrosinistra nel tessere rapporti con l’associazionismo laico e cattolico e nel dar vita ad intese civiche molto più ampie dei propri confini partitici. Che ciò sia accaduto perfino questa volta, nello stesso giorno in cui due elettori cuneesi su tre davano fiducia a Cirio e alle forze della sua coalizione, è la riprova di uno stato di salute invidiabile sui territori.

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