Chiara Gribaudo entra nella contesa congressuale del Partito Democratico e annuncia il suo sostegno alla candidatura di Elly Schlein. La deputata borgarina ha rotto gli indugi con una diretta Instagram e una successiva intervista su
La Repubblica, nella quale spiega di aver deciso
“un po' per istinto, un po' per sorellanza generazionale”.
Qualche avvisaglia c’era, ma la scelta non era scontata tenuto conto che Matteo Orfini, capofila della corrente dei “giovani turchi” di cui Gribaudo ha fatto parte finora, si è espresso invece per Bonaccini. Un fenomeno, quello del rimescolamento interno alle correnti, che l’ex leader della Sinistra Giovanile cuneese saluta con entusiasmo: le correnti, spiega a Repubblica, servono solo ai cacicchi delle tessere. “Non è un caso - aggiunge - se i tre ministri del governo Draghi (Lorenzo Guerini, Dario Franceschini e Andrea Orlando, ndr) erano i leader delle principali componenti del partito. È ora di finirla”. Da parte sua, nessuna preclusione a riallacciare i legami con Orfini e gli altri della sinistra interna schieratisi con Bonaccini “dal giorno dopo le primarie”. Resta da capire, però, se sia un sentimento reciproco.
Interpretare la geografia politica del Pd, allo stato, è impresa complicatissima. A grandi linee il partito vedrebbe una “destra” coagulata attorno al governatore emiliano Stefano Bonaccini e una “sinistra” che strizza l’occhio alla sua ex vice Elly Schlein. Eppure, per dirla con l’Andreotti di Sorrentino, la situazione è un po’ più complessa. Lo dimostra il fatto che a sostegno della candidata di rottura ci sia il più continuista tra i leader della vecchia guardia, l’ex popolare Franceschini, che portando in dote a Schlein i suoi consensi ha spaccato il correntone centrista di Area Democratica. Il “turco” Orfini, portabandiera della sinistra interna, sostiene invece Bonaccini, come si è detto. Ci sono poi le incognite Gianni Cuperlo e Paola De Micheli: le candidature dell’ex pupillo di D’Alema e della deputata piacentina frammentano ulteriormente il campo della militanza dem più attenta ai diritti del lavoro e scettica verso il coté liberal e movimentista di Schlein.
“Inutile dirsi femministi e a sostegno delle nuove generazioni se ogni volta ci rifugiamo negli uomini e nell'usato sicuro” è la risposta di Gribaudo, secondo cui “Elly rappresenta, per le sue battaglie e per la sua storia, quello che dovremmo essere: il partito del lavoro, della lotta contro le ingiustizie e la crisi climatica, delle donne e dei giovani”. Per capire quanto peserà nel Pd cuneese la sua benedizione bisognerà attendere i prossimi pronunciamenti: in particolare per verificare la tenuta dell’asse ex diessino tra Gribaudo e Calderoni, grazie al quale la deputata ha incassato negli ultimi mesi una “golden share” prima sul circolo dem cuneese e poi sulla giunta di Patrizia Manassero.