CUNEO - Cuneo, Domenico Giraudo saluta il Pd e passa al gruppo misto: “Nessuna campagna acquisti”

L’ex assessore chiude ai retroscena: “Non c’è dietro Robaldo e non voglio aderire al Centro”. La capogruppo dem Carli fa autocritica, ma poi “punge” il collega

Andrea Cascioli 22/07/2024 18:50

C’era una meno che fioca speranza di mutare la decisione di Domenico Giraudo, già annunciata, di lasciare il gruppo del Partito Democratico a Cuneo. A farlo desistere ci hanno provato la segretaria del circolo Erica Cosio, che gli aveva chiesto un supplemento di riflessione, e la stessa sindaca. Non è servito.
 
In apertura dell’odierna seduta del consiglio comunale, il presidente Marco Vernetti ha annunciato il cambio di collocazione: l’ex assessore all’innovazione di Borgna, rieletto consigliere con il Pd, passa al gruppo misto di maggioranza, dove andrà a far compagnia a un altro ex democratico, Nino Pittari. “Non ci sono architetture politiche di qualsivoglia genere, campagne acquisti nel mio gruppo o in altri” assicura Giraudo, chiudendo la porta ai retroscena e anche alle voci di fibrillazioni in maggioranza: “Credo che la maggioranza non abbia problemi e penso che la sindaca vorrà continuare. Ma è indubbio che negli ultimi mesi più d’uno ha insinuato che si stesse cercando di cambiare la maggioranza, che vi erano ‘compravendite’ di consiglieri interni o esterni alla maggioranza”.
 
Manovre a cui il consigliere di San Pietro del Gallo si dice estraneo, così come sono estranei i “grandi manovratori” della politica provinciale rispetto alla sua scelta, tiene a precisare: “Non ci sono dietro i Robaldo e non ho mai avuto intenzione di andare in Centro per Cuneo”. Questa voce, soprattutto, era circolata in riferimento a una presunta guerra sotterranea tra il Pd e i centristi, fra le cui fila - peraltro - Giraudo aveva militato all’inizio della sua esperienza amministrativa. A lato, continua l’ex assessore, c’è un tema politico più ampio che lui definisce “di metamorfosi”: “È curioso che tutti ci dicano che qui dobbiamo litigare, poi in Europa votiamo tutti Ursula. Una volta si va con la Lega, un’altra con i grillini. Anche su questo, se ci sarà da scegliere, vorrei poterlo fare con la massima libertà”.
 
Parole che Claudia Carli, capogruppo del Pd ed ex socia di Giraudo nella cooperativa Ping, commenta dicendosi “sinceramente dispiaciuta” della sua decisione: “Come capogruppo mi assumo la responsabilità di non aver probabilmente saputo gestire malumori e dissonanze. Spiace perché il gruppo perde un consigliere di grande esperienza e capacità”. Il gruppo, aggiunge, “va avanti facendo una buona dose di autocritica, ma convinto di continuare a perseguire un programma per il quale ci siamo candidati”. Finita l’autocritica, c’è spazio anche per una “coda” velenosa: “Come spesso succede credo che questo non sia un malessere nato all’alba delle sue dichiarazioni di qualche giorno fa, ma da qualche tempo. Spiace solo che a volte avvenga all’indomani di alcune scelte, ma rispettiamo la sua scelta”. Un riferimento alle famose questioni di nomine in cui Giraudo, secondo i rumors, avrebbe lamentato di essere stato poco consultato? Possibile, anzi probabile.
 
“Ho fatto tutto il possibile perché questo passaggio non avvenisse” ammette la sindaca Patrizia Manassero, allineandosi al rammarico di Carli e ringraziando il gruppo di Centro per aver smentito, nei giorni scorsi, l’ipotesi di una “campagna acquisti” ai danni degli alleati: “La maggioranza che mi appoggia si è ritrovata sottoscrivendo un programma amministrativo e lo sta portando avanti. Penso che la legge elettorale dei comuni, che prevede di presentarsi con una formazione e un programma, vada rispettata: stiamo all’interno di quel perimetro politico”.
 
Beppe Lauria (Indipendenza!) legge l’accaduto collegandolo al precedente “strappo” col Pd, attuato da Pittari: “Non è così normale che appena eletti un soggetto si stacchi dal gruppo e costituisca un gruppo misto di maggioranza. Non è normale che un altro personaggio importante e influente per la sua storia personale e familiare si stacchi dal proprio partito e vada nel misto di maggioranza. Tutto questo accade senza che il sindaco si senta in obbligo di spiegare quanto sta accadendo”. Sempre dall’opposizione, Giancarlo Boselli (Indipendenti) parla di “una maggioranza che ormai è impegnata più negli scontri fratricidi sulle nomine che nelle questioni che contano, mentre la città aspetta risposte sull’ospedale, sulle ombre che avvolgono vicende oscure, sull’ambiente, sul Prg, sull’urbanistica, sulla sicurezza, sulla rigenerazione di quartieri in difficoltà”. Alludendo al mal di gola che affligge la sindaca, Boselli rinnova l’invito alle dimissioni: “La vediamo molto affaticata, non solo perché le manca la voce: chiunque nella sua situazione, abbandonata dalla propria maggioranza, sarebbe in difficoltà”.

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