Non è una “crepa nella maggioranza”, anche perché è difficile attribuire un valore politico a un gesto dettato con ogni probabilità dalla stanchezza. Sta di fatto che alle undici in punto di una serata da lupi, dopo sei ore filate di Consiglio comunale, lo svarione del piddino Domenico Giraudo ha fatto arrabbiare qualcuno.
Alla maggioranza cuneese mancava solo un voto, il suo, per approvare con i due terzi previsti (22 sì su 33 aventi diritto, sindaca compresa) l’inserimento nello statuto comunale di una norma che disciplina la figura del consigliere delegato. Quel voto non è arrivato perché l’ex assessore, collegato da casa, non si è espresso in tempo. Risultato: ventuno favorevoli e otto contrari. Se ne riparlerà il prossimo mese, quando in seconda votazione sarà sufficiente una maggioranza assoluta. Nulla di grave, insomma, ma abbastanza per provocare un moto di stizza tra i centristi: “Siamo ridicoli” sbotta a microfono spento una consigliera del gruppo, mentre qualche espressione d’imbarazzo si coglie anche sul lato sinistro dell’emiciclo, occupato da Cuneo Solidale e appunto dal Partito Democratico.
Silvano Enrici invece incassa senza battere ciglio. È lui il diretto interessato, perché la nuova norma -
già discussa in commissione - servirà ad attribuire al veterano dell’amministrazione, da più vent’anni sui banchi di via Roma, la sospirata delega sulle reti tecnologiche. Ironia della sorte, il consigliere di Confreria ha compiuto settantasei anni proprio ieri, il 27 febbraio: nessuna ciliegina sulla torta, almeno per adesso. Se nelle file della maggioranza si brontola a mezza bocca, in quelle dell’opposizione le accuse arrivano dirette. Dalla sinistra
Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) se la prende con
Franco Civallero di Forza Italia, assentatosi prima della fine della seduta (altrettanto aveva fatto Beppe Lauria, annunciandolo). Secondo Bongiovanni è un favore ai nemici-amici di Centro per Cuneo, o almeno a quelli di loro che hanno aderito ad Azione e che quindi sosterranno la coalizione di centrodestra alle elezioni regionali.
Proprio a loro si era rivolto
Giancarlo Boselli (Indipendenti) nella seduta di lunedì.
A partire da quella “foto di famiglia” che ritrae il sindaco di Busca e candidato alle regionali
Marco Gallo insieme al capogruppo di Centro per Cuneo
Vincenzo Pellegrino. In sala, alla presentazione dell’alfiere di Azione, c’erano anche gli assessori
Luca Serale e
Luca Pellegrino e altri cinque consiglieri del gruppo centrista: Ettore Grosso, Flavia Barbano, Maria Laura Risso, Serena Garelli e Monica Pellegrino. Unici assenti i due assessori Cristina Clerico e Valter Fantino e il già ciato Enrici.
“Sei consiglieri che in quest’aula sostengono un sindaco di centrosinistra, in un capoluogo di provincia, hanno deciso di sostenere un presidente di Regione di centrodestra” è la sintesi di Boselli, per il quale
“è difficile affermare che non esista una questione politica”.
“Non sono così stupito, hanno talmente tante beghe da dover soddisfare e garantire che sono obbligati a stare uniti” ironizza Beppe Lauria (Indipendenza!), dedicando ai colleghi una perfida esortazione: “Tenetevi stretti, perché da un’altra parte non vi assumerebbero”. Chi invece non l’ha presa sul ridere è proprio una delle dirette interessate, Flavia Barbano: “Sono veramente stufa di queste sue continue illazioni, anche nei miei confronti” il messaggio diretto a Boselli. “Se ho deciso liberamente di appoggiare la candidatura di Patrizia Manassero - ha aggiunto la consigliera - è perché si vota in primo luogo la persona: penso che lo stesso discorso valga per le elezioni regionali. Centrodestra e centrosinistra sono discorsi che appartengono al passato”. Una presa di posizione che non poteva non suscitare la contrarietà di un vecchio militante come Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Siamo alle comiche finali, ma sono drammatiche perché testimoniano della morte della politica. Parliamo di politiche amministrative che spesso confliggono tra di loro: basterebbe pensare alla politica dei trasporti, urbanistica, sanitaria”.
E la sindaca? Da Patrizia Manassero è arrivata una disamina altrettanto appassionata - e rammaricata - sulla fine della politica: “Il civismo, partito anche con l’esperienza cuneese di Cuneo Viva, Cuneo Solidale e gli altri gruppi, era ed è ancora una forza positiva ma non riesce a fare filiera: non è un tema da sottovalutare. In questi anni si sono volutamente ammazzati i partiti e loro ce l’hanno messa tutta, ma quello che è accaduto è che è venuta a mancare la rappresentanza e la cultura politica”. In merito a Cuneo, l’esponente dem ammette: “È chiaro che di qui a giugno non sarà una passeggiata”. “Quello che posso garantire a tutti i cittadini - aggiunge subito - è che questo non compromette il nostro lavoro sul programma e il posizionamento mio e della città sui vari tavoli”. Parere non condiviso, com’è ovvio, da Boselli: “I sei consiglieri che hanno aderito al centrodestra sono gli stessi che la bloccano su piazza Europa, che hanno agito in un certo modo sui supermercati, che le impongono di dare la progettazione dell’ospedale ai privati e di tenere una società decotta come il Miac, subendo imposizioni anche sulla Fondazione CRC. La loro adesione al centrodestra non sarà gratuita: quando le elezioni saranno passate a queste persone qualcuno chiederà di essere coerente, allora vedremo se lei avrà i voti”.
AGGIORNAMENTO: precisa il consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Ho ritirato quello che ho detto poco dopo, perché ero convinto che la maggioranza dovesse essere quella dei presenti in aula. Invece era a maggioranza qualificata e cioè ci volevano 22 voti: quindi l’assenza di Civallero non c’entrava nulla. Poco dopo ho fatto una dichiarazione nella quale ammettevo di aver fatto un errore”.