La polemica in punta di fioretto era cominciata con la
replica “a favor di social” all’ennesima interpellanza sullo stato di salute della maggioranza cuneese, presentata da
Giancarlo Boselli. Il ruolo del capoluogo non è debole, aveva risposto il capogruppo di Centro per Cuneo
Vincenzo Pellegrino al “pari grado” di Indipendenti, che parlava invece di
“debolezza e mancanza di prestigio e autorevolezza politica della nostra amministrazione”.
Il consigliere dal doppio ruolo (come la collega Stefania D’Ulisse, è eletto in Comune e Provincia) rimette nel mirino l’ex vicesindaco di Valmaggia, senza mai nominarlo. Lo fa di nuovo con una riflessione su Facebook, nella quale si firma con lo pseudonimo “il giardiniere”: “A Cuneo, come nelle fiabe più classiche, c’è chi interpreta con fervore il ruolo dell’antagonista. Nonostante un consenso attuale modesto, qualcuno guarda alle prossime elezioni con la speranza di raddoppiare, triplicare o persino quadruplicare il proprio seguito. Tuttavia, i due anni e più trascorsi all’opposizione sono stati caratterizzati da un costante richiamo a presunte inadeguatezze della maggioranza e della sindaca, chiedendone ripetutamente le dimissioni. Eppure, come nella storia del ‘lupo’, questo grido d’allarme contrasta nettamente con la realtà dei fatti, rischiando così di cadere nel vuoto”.
Nessun dubbio sul bersaglio della polemica. Si tratta proprio dell’esponente della minoranza che in municipio siede a pochi scranni di distanza dal suo e che in questa prima parte di consiliatura ha mostrato un’indole “guerrigliera” su tutti i temi principali, anche quando le altre opposizioni venivano a più miti consigli. La strategia è infilare un cuneo - absit iniuria verbis - tra le componenti civiche della maggioranza e quelle più connotate in senso politico, vale a dire il Pd da una parte e lo stesso Centro dall’altra. Pellegrino aveva traghettato la quasi totalità del gruppo con Azione (sei consiglieri su sette) e quindi con la lista Cirio alle regionali. Una situazione anomala su cui anche la sindaca, alla fine, si è sentita in dovere di spendere qualche parola, sia pure sul registro felpato che le appartiene.
Il rassemblement calendiano in provincia si è liquefatto con il ritorno di Enrico Costa in Forza Italia e lo stesso Pellegrino ne parla come di una pagina chiusa. Ma le conseguenze di questo spostamento del vero deus ex machina dei vari patti civici provinciali e comunali sono ancora tutte da valutare. Da un lato appunto c’è chi, come Boselli, confida di spezzare la formula del centro-centrosinistra, saldando attorno a sé i civici e qualche elemento centrista o dello stesso Pd che potrebbe digerire male una coloritura troppo “politica” della maggioranza. Dall’altra i centristi che giocano una difficile partita in equilibro fra più tavoli: in Regione con il centrodestra, a Cuneo con il centrosinistra, in Provincia non si sa ancora.
“Come nelle migliori favole, - ammonisce Pellegrino - il pubblico sa distinguere il valore del lavoro reale: chi lancia allarmi infondati rischia solo di vedere il proprio messaggio perdersi come un’eco nel vento”. Ma c’è ancora tempo, prima di capire chi avrà fatto il passo più lungo della gamba. Nel frattempo anche gli Indipendenti preparano le loro mosse: lunedì 21, nella sede di via Meucci, ci sarà un incontro per celebrare il primo biennio di attività del gruppo. Con un titolo abbastanza emblematico: “Una nuova alleanza per il futuro di Cuneo”.