Nel Consiglio comunale di ieri, lunedì 24 settembre, l'assessore Davide Dalmasso ha risposto a un'interpellanza del Partito Democratico sulle condizioni di incuria in cui versano le aiuole e i marciapiedi di Cuneo e delle frazioni. A presentare il documento è stata la consigliera Santina Isoardi che ha denunciato “Il degrado dovuto alla scarso e non regolare diserbo del verde e la presenza di rifiuti di vario genere e oggetti nascosti a volte pericolosi”.
Nel dibattito che ha preceduto la risposta dell’assessore è intervenuta anche la consigliera pentastellata, Silvia Cina: "Il Movimento Cinque Stelle ha inviato una bozza di regolamento per il verde pubblico discusso con le altre forze politiche e le associazioni ambientaliste. Mi aspetto venga discusso in Commissione". Poi è stata la volta di Ugo Sturlese, del gruppo Cuneo per i Beni Comuni: "Giusta la sollecitazione. Questo è un tipico oggetto da patto di collaborazione per la gestione dei beni comuni della città, in cui si possono sollecitare degli interventi dei cittadini, che sarebbero di grande aiuto e utilità. In via Bodina è regolare un intervento di Pro Natura, i volontari di quest'associazione provvedono regolarmente a rimuovere erbacce. Avviene anche nel Parco di Gesso e Stura".
L’assessore Davide Dalmasso non si è nascosto: "Per quanto riguarda la cura del verde questa primavera abbiamo avuto molti disagi, specie a causa delle giornate in cui pioveva sempre. Dopo di che, messi a regime, siamo riusciti a sopperire dando delle priorità e ponendo più attenzione nelle aree in cui giocano i bambini. Il personale è quello che è”.
Il punto è però un altro, come ammesso dallo stesso Dalmasso: “Il problema reale è quello che riguarda il diserbo. Da quando l'Italia nel 2014 si è adeguata alle normative europee, mettendo al bando il diserbo chimico le problematiche si sono acuite. I sistemi utilizzati, come il pirodiserbo (il bruciare le piante n.d.r.) o l'utilizzo di aceto e altre schiume, non sono efficaci”. Il che ha anche una ripercussione sulle casse comunali: “Il costo aumenta a dismisura perché il pirodiserbo va ripetuto. A bilancio ci sono oltre 100 mila euro più IVA, ma la situazione è quella che vedete oggi. Siamo arrivati al punto di decespugliare e non diserbare i marciapiedi, ma è un cane che si morde la coda. Per avere un risultato pari a quello di qualche anno fa dovremmo raddoppiare le risorse che oggi investiamo. L'ipotesi di costo è intorno ai 220 mila euro”.
Ora l’attenzione è rivolta al prossimo anno: “Convocheremo una commissione per decidere se intervenire in qualche punto in modo più radicale”. Sul regolamento: "È assolutamente mia intenzione adottare un regolamento del verde pubblico". Quel che è certo è che, nella stagione fredda, sentiremo ancora parlare della questione.