“La Provincia di Cuneo gestisce 3.222 km di strade e circa 1.500 tra ponti, viadotti e sottopassi, grandi e piccoli. Solo per la manutenzione di questi ultimi servirebbero, in cinque anni, circa 700 milioni di euro. Poi dovremmo investire in sicurezza anche sui guard rail (100-150 milioni di euro) e sulla segnaletica orizzontale (strisce) per altri 8 milioni di euro. In sintesi, il nostro fabbisogno minimo per la viabilità di aggirerebbe in circa 1 miliardo di euro. Una cifra astronomica per il nostro bilancio. A questo si aggiungano gli squilibri tra enti per le risorse loro destinate. Se il costo per la manutenzione di una strada provinciale (personale, manutenzione ordinaria, sgombero neve, sfalcio erba) è poco meno di 6 mila euro a km all’anno, quello sostenuto per la viabilità statale (Anas) è di 84 mila euro a km, cioè 15 volte di più. Non interrogarsi su queste disparità di trattamento e soprattutto sull’entità delle risorse che veramente servono alle Province per i loro compiti essenziali vuole dire che tra qualche anno la situazione di strade e scuole sarà peggiorata e non potremo garantirne la sicurezza. Occorre un sussulto di responsabilità sull’importanza di questi temi”.
Così il presidente della Provincia di Cuneo, Federico Borgna, ha concluso l’Assemblea dei sindaci che ha espresso all’unanimità parere positivo sul rendiconto di gestione 2016. Ancora più pesante il commento del consigliere provinciale Marco Perosino, chiamato ad illustrare il documento contabile ai sindaci: “Ogni anno i cuneesi versano alla Provincia (Ipt, Imposta provinciale di trascrizione, Rc auto ecc…) la somma di circa 49 milioni di euro destinati alla viabilità. Nel 2016 lo Stato ne ha “prelevati” 19 milioni per esigenze nazionali e nel 2017 saranno altri 18 milioni di euro. Se si considera che tutte le entrate proprie della Provincia sono state nel 2016 pari a 54 milioni di euro (compresi i 49 milioni già citati), il prelievo dello Stato è stato pari al 35,3% delle risorse provinciali. Cosa può fare la Provincia?”.
Il rendiconto di gestione 2016 dell’ente pareggia a 277.653.833 euro, con risultato di 18.215.155 euro, ma tutta la cifra è vincolata in opere pubbliche e lavori stradali già programmati. Circa 13 milioni di euro sono per lavori stradali in corso e altri sono vincolati sulle vecchie funzioni, ora passate alla Regione. Quindi, a conti fatti, il vero avanzo di gestione della Provincia è di 2,6 milioni, già impegnati per lavori di manutenzione di scuole e strade. Dalla rinegoziazione dei mutui si andranno a recuperare 2,3 milioni, anche questi già destinati ad asfalti e scuole.
Anche il Sose, società di studi del Ministero Economia e Finanze (Mef), ha attestato ufficialmente uno squilibrio tra le risorse indispensabili al funzionamento delle Province pari a 650 milioni di euro che, per la Provincia di Cuneo, è stato calcolato in 9 milioni di euro, già rilevante ma ampiamente sottostimato per una provincia così “granda” . Il riparto, infatti, è stato parametrato in base alla spesa storica, notoriamente molto contenuta e ben al di sotto della media di altre Province italiane. Allo stato attuale la Provincia di Cuneo è stata l’unica d’Italia ad approvare il bilancio, pur largamente insufficiente.
Al dibattito sono intervenuti la consigliera provinciale Milva Rinaudo, per ricordare la necessità di 90 milioni di euro per la messa in sicurezza di tutte le scuole Superiori, ed alcuni sindaci della Granda. Carla Bonino (Vezza d’Alba) ha lanciato un appello affinchè la Provincia continui ad investire su strade e scuole, le vere priorità del territorio, così come Maurizio Marello, sindaco di Alba e consigliere provinciale, ha ricordato le questioni ancora aperte dei danni alluvionali e dell’autostrada Asti-Cuneo da completare al più presto. Infine, il sindaco di Ormea Giorgio Ferraris ha ribadito come le risorse stanziate finora dopo l’alluvione del novembre scorso (circa 51 milioni) non coprano nemmeno il 20% dei danni reali e che il rischio sia quello di non vedere più altri soldi. Al termine si è riunito il Consiglio provinciale per ratificare il parere dei sindaci.