CUNEO - Elezioni provinciali, alle urne il 71%. Il picco nei seggi di Alba e Saluzzo

Gli scrutini iniziano alle ore 10. Si eleggono dodici consiglieri: pochi margini per le sorprese, le incognite più grosse riguardano la tenuta del centrodestra

Andrea Cascioli 30/09/2024 06:55

“Sono contento per questa grande partecipazione. Desidero ringraziare tutti i colleghi amministratori per avere risposto così massicciamente al nostro appello e i 36 candidati suddivisi nelle 3 liste per l’impegno in questa campagna elettorale. A Cuneo l’alta affluenza ha un solo significato: restituire alle Province la possibilità di lavorare”. Così il presidente della Provincia Luca Robaldo ha commentato la percentuale di affluenza al voto alle elezioni provinciali, che ha raggiunto il 71,15% con un totale di 2.003 votanti sui 2.815 aventi diritto.
 
Un risultato molto positivo, commentano da corso Nizza. In effetti si tratta di un balzo in avanti di oltre sette punti percentuali rispetto al 63,89% di tre anni fa, favorito dalla decisione di allestire per la prima volta quattro sezioni e sottosezioni a Cuneo, Alba, Saluzzo e Mondovì. Le percentuali sono state piuttosto variabili: il seggio in assoluto più virtuoso è quello di Alba (77,48%), seguito da Saluzzo (74,22%). Minore rispetto alla media la partecipazione a Mondovì (66,76%) e a Cuneo (64,46%). La cosa avrà probabili conseguenze sull’esito elettorale, tenuto conto del valore molto territoriale del voto, dove più di qualcuno potrebbe anteporre l’appartenenza geografica alla simpatia politica. E dove per giunta i meccanismi del voto ponderato (un singolo consigliere del capoluogo vale quanto diciotto colleghi dei comuni più piccoli) introducono ulteriori distorsioni. Staremo a vedere.
 
“Ringrazio tutti i componenti dei seggi il cui lavoro ha garantito il regolare svolgimento delle operazioni elettorali” dice intanto Robaldo. Le operazioni di scrutinio si svolgeranno questa mattina a cominciare dalle ore 10, nella sede della Provincia a Cuneo.
 
Si parte da un risultato, quello di tre anni fa, che aveva visto perfetta parità fra il centrodestra di Ripartiamo dalla Granda e il centrosinistra di La nostra provincia (cinque consiglieri a testa), più altri due seggi andati a Granda in Azione - precedente incarnazione dell’attuale Patto Civico per la Granda. Nel frattempo c’è stato qualche spostamento: il centrosinistra ha perso due eletti (Silvano Dovetta e Anna Maria Molinari, poi decaduta perché non più consigliera comunale e surrogata da Loris Emanuel) in favore del gruppo centrista. Nel Consiglio attuale siedono quindi cinque esponenti di Ripartiamo dalla Granda, quattro di La nostra provincia e tre del Patto Civico. Tra questi i consiglieri che si ricandidano sono otto: due nel centrodestra (Massimo Antoniotti e Simona Giaccardi), tre fra i centristi (Vincenzo Pellegrino, Pietro Danna e Silvano Dovetta) e altrettanti nel centrosinistra (Davide Sannazzaro, Bruna Sibille e Loris Emanuel).
 
Se dessimo per sicura la loro rielezione - al netto dei cambiamenti nel corpo elettorale, determinati dagli avvicendamenti tra le varie amministrazioni comunali - resterebbero quattro seggi “contendibili”. Per mera questione aritmetica - sempre considerando il peso del voto ponderato - è facile supporre che uno di questi sia già assegnato al neosindaco di Alba Alberto Gatto, punta di diamante del Pd langarolo. Sugli altri tre resta l’incognita. I favori dei bookmakers vanno su La nostra provincia, accreditata di un numero di seggi che oscilla fra i cinque e i sei. Il Patto Civico non dovrebbe avere difficoltà a riprendere i suoi tre posti in sala Giolitti, ma potrebbe aspirare a un quarto: se lo ottenesse a spese del centrodestra, nell’ipotesi più favorevole per il centrosinistra, Ripartiamo dalla Granda sarebbe ridotta ai minimi termini. Si “balla” quindi fra il 5-4-3, il 6-4-2 e il 6-3-3, col centrodestra in una forchetta che varia tra i quattro e i due consiglieri: la prima opzione equivarrebbe a un risultato più che dignitoso, la seconda a un’umiliazione cocente.

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