Paolo Bongioanni si ripresenta alle elezioni regionali dell’8 e 9 giugno prossimi per la circoscrizione di Cuneo della lista di Fratelli d’Italia. Una decisione maturata dal bilancio dei cinque anni trascorsi come capogruppo del partito di Giorgia Meloni a Palazzo Lascaris. Cinquantasette anni, due figli, nato a Cuneo, abita a Villanova Mondovi. Si è laureato nel 1993 in Scienze Geologiche all’Università di Torino. Dopo aver svolto il servizio militare nell'arma dei Carabinieri, ha lavorato per quattro anni nelle associazioni datoriali agricole. Da marzo 1998 ha iniziato la carriera all'Atl del Cuneese, dove è stato direttore generale per ventuno anni fino al 2019, quando si è candidato in Regione ed è stato eletto nella lista proporzionale per la provincia di Cuneo.
Consigliere Bongioanni, perché la scelta di ricandidarsi?
"Ho l’onore di essere il capolista di Fratelli d’Italia per la provincia di Cuneo sulla scheda verde delle prossime elezioni regionali. Ringrazio il ministro Guido Crosetto per avere sostenuto la mia ricandidatura con tutta la sua autorevolezza. È un onore che, ovviamente, implica un grande impegno e un enorme senso di responsabilità verso i cittadini che vorranno rinnovarci la loro fiducia o offrircela per la prima volta. Ho scelto di ricandidarmi per tre motivi: dare continuità a quanto avviato, la progettualità per il futuro, la responsabilità etica. Tutti legati fra loro e ugualmente importanti".
Cosa intende quando parla di continuità?
"Significa continuare a seguire e portare a compimento le idee e i programmi che ho sviluppato in Consiglio regionale dove si fanno leggi, bandi e bilanci, e di cui ho posto in questi anni basi normative concrete per permettere loro di svilupparsi e articolarsi anche nel medio e lungo periodo. Penso ai grandi progetti di sviluppo del turismo piemontese che già avevo maturato negli anni da direttore dell’Atl Cuneese, come l’outdoor per il quale quasi vent’anni fa ho ideato il prodotto turistico pilota dell’Alta Via del Sale e che oggi è diventato una realtà competitiva su scala internazionale. Penso alla creazione della filiera del legno piemontese, che dopo anni di confronti e proposte con le diverse categorie del settore ho istituito con legge pochi mesi fa e che ora sta nascendo e strutturandosi. O all’ideazione del Voucher Vacanza che ha salvato il nostro turismo dalla paralisi del Covid e che va riproposto e rifinanziato perché si è rivelato uno strumento vincente. Ma gli esempi sono molti, ne parleremo in modo più approfondito".
Quali sono invece i nuovi progetti che ha in mente per la prossima legislatura?
"I prossimi cinque anni saranno decisivi per avviare una serie di riforme di portata strutturale, che il Piemonte attende da tempo e che vanno attuate con interventi legislativi e scelte politiche coraggiose. Penso alla riforma della sanità territoriale, per prendere di petto e abbattere il problema delle liste d’attesa. O la totale riorganizzazione del turismo piemontese, che dovrà essere basato non più sulla superata suddivisione geografica delle vecchie Atl ma riaggregato su base omogenea di prodotto: che è quello che chiede oggi il mercato. Poi serve un vasto programma di ridisegno degli interventi sull’impiantistica sportiva per sostenere la pratica e l’accesso dei nostri giovani allo sport. Bisognerà studiare la possibilità di dare vita in Piemonte a una filiera corta in agricoltura che assicuri ai nostri produttori agroalimentari prezzi migliori alla distribuzione. E infine, ma non ultima, la riforma delle aggregazioni intermedie dei nostri Comuni montani, che mandi in pensione la fallimentare esperienza delle Unioni montane e ripristini le Comunità montane".
E la responsabilità etica?
"Tutto quanto ho detto finora porta con sé la responsabilità etica che dovrebbe guidare ogni atto di chi fa politica. Ma c’è una cosa che sento come un imperativo. Continuare ad essere un punto di riferimento per le centinaia di amministratori, imprenditori e professionisti della provincia di Cuneo che, in questi cinque anni, praticamente ogni giorno sono andato a incontrare uno a uno. Da tutti ho imparato tanto. Ho visitato le loro aziende, le loro botteghe, i loro campi e allevamenti. Dall’azienda leader dell’agroalimentare alla meccatronica, dal piccolo produttore resistente nel borgo di montagna all’artigiano che con la sua sola presenza dà un senso al far parte di una comunità locale. Sono persone che creano ricchezza e occupazione, che hanno permesso al “modello Cuneo” di essere una locomotiva del Piemonte e dell’Italia. Ho ascoltato le loro storie straordinarie di lavoro, di visione, di rischio, ma anche talvolta la sensazione di essere dimenticati dalle istituzioni nella lotta quotidiana contro una burocrazia assurda. È stato anche grazie a questo rapporto che, quando a inizio 2020 si è presentata l’emergenza Covid, insieme al presidente Cirio siamo riusciti a scrivere in tempi record e nel modo più efficace le due leggi del “Riparti Piemonte” che hanno permesso di correre in loro soccorso con centinaia di milioni e bonus, erogati e arrivati a destinazione con una rapidità senza precedenti. Ecco, vorrei che nessuno potesse dire che questo legame, questo patto di fiducia, per qualsiasi ragione possa essere tradito e interrotto".