All’ombra della torre civica di Cuneo si agita uno spettro, quello del ribaltone. Un’ipotesi che il centrosinistra liquida con ironia e in cui non si sa quanto creda davvero il centrodestra, dove pure si anniderebbero i registi occulti dell’operazione. Chi invece ne è convinto, e non da oggi, è il leader degli Indipendenti Giancarlo Boselli. Tanto da fare una promessa ai colleghi di maggioranza in Consiglio comunale: “Se arriverete a fine 2024, mi assumo l’impegno di offrirvi il panettone”.
Boselli ne aveva parlato a inizio mese, all’indomani della nomina del presidente di Acsr: “Il nodo è la possibile caduta della sindaca Manassero, sempre più debole e incapace di risolvere le questioni principali. Quindi il vice sindaco Serale sarebbe pronto a passare al centrodestra per diventarne il candidato sindaco. Regista l’onorevole Ciaburro, per avere a Cuneo un candidato moderato, addirittura ex democristiano, ben accetto e garante dello sdoganamento della destra locale che non potrebbe mai vincere con un suo uomo”. Sembra uno scenario di House of Cards, se non fosse che è proprio Luca Serale a mettere in chiaro di non prestarsi affatto a fare il Frank Underwood della situazione: “Non ho in tasca tessere di partito e nessuno mi ha proposto nulla. Come ho già detto, il mio focus è quello di fare il vicesindaco”.
Eppure una notizia certa c’è e riguarda le trattative in corso, a livello regionale, tra Azione e il centrodestra. O se preferite, tra Enrico Costa e Alberto Cirio, i due ex enfants prodiges forzisti che negli anni Duemila macinavano consensi per la macchina da guerra di Silvio Berlusconi. Di un eventuale ingresso dei calendiani nella compagine di centrodestra in vista delle regionali 2024 si parla con insistenza. E se l’intesa a palazzo Lascaris andasse in porto, una questione politica seria si porrebbe anche in via Roma. Perché Azione è ormai il principale azionista - ci sia perdonato il gioco di parole - della lista Centro per Cuneo, dove annovera quattro consiglieri su sette (tra cui il capogruppo e consigliere provinciale Vincenzo Pellegrino) più il deus ex machina Beppe Delfino, coordinatore del gruppo. “Per il momento mi sembra fantapolitica e tra di noi non ne abbiamo mai parlato. Abbiamo un patto sulla città che intendiamo rispettare” replica Serale. Per il momento, appunto. Ma di certo sarebbe più arduo giostrarsi in una maggioranza di centrosinistra avendo in casa un “pezzo” di centrodestra: si pensi alle questioni che il Comune ha in ballo con la Regione, prima e più urgente fra tutte quella del nuovo ospedale, dove la giunta Manassero - finora - non ha lesinato critiche ai ritardi accumulati da Cirio e Icardi sulla tabella di marcia. Un Pd a trazione Schlein (egemone anche a Cuneo) potrebbe convivere con un centro che guarda a destra, ribaltando il celebre motto degasperiano?
“C’è una parte di maggioranza, compreso il vicesindaco, che ha già un piede nel centrodestra” assicura Boselli, convinto che “la situazione ormai è talmente grave che non servirebbe a nulla cambiare maggioranza”. Altri, nell’opposizione, sorridono sornioni: per Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) il recente bilancio di giunta “dimostra che le dissonanze ci sono, altrimenti non ce ne sarebbe stato bisogno”. “Mi stupisce - si insinua Massimo Garnero (FdI) - che questa interpellanza abbia creato trambusto nella maggioranza: o avete la coda di paglia o sono venute fuori alcune tensioni”. Mentre Beppe Lauria ribadisce la preoccupazione per i “poteri forti” di cui la sindaca sarebbe ostaggio: “Lei sarà ricordata come il sindaco che nel primo anno ha avuto più ostacoli: segno evidente che tutti coloro che l’hanno preceduta hanno iniziato il ‘lavoro sporco’ che oggi deve chiudere”.
Per la maggioranza parlano uno dopo l’altro i capigruppo, con una sola voce. “Fino a prova contraria i numeri hanno sempre dimostrato che nessuno decide fuori da queste stanze. Continuate a illudervi che ci siano tensioni e spaccature” è la replica del dem Carmelo Noto, che al pronostico di Boselli risponde con un altro pronostico: “Se mangeremo il panettone lo pagherà per tutti”. Vincenzo Pellegrino di Centro per Cuneo fa spallucce: “Lasciamo che i giornali scrivano ciò che vogliono, fino al 2026 (la scadenza dei progetti del Pnrr, ndr) saremo talmente impegnati che non avremo tempo per pensarci”. “Non ci sono tensioni né difficoltà nella giunta e nei gruppi consiliari: ci possono essere divergenze ma si discute e si trova la quadra come in tutte le buone famiglie” garantisce Luca Paschiero di Crescere Insieme. Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) riprende la metafora gastronomica: “Non ci facciamo dettare l’agenda politica dalla minoranza. Smettete di preoccuparvi della nostra tenuta, il panettone e la colomba li abbiamo mangiati”.
A concludere, serafica, ci pensa la sindaca Patrizia Manassero: “Niente è dato per scontato, neppure un patto elettorale stipulato un anno e mezzo fa. Il nostro lavoro è di quotidiana conferma con la giunta e con tutta la maggioranza e i referenti”. E del resto “se fossimo sempre d’accordo sarebbe indice di poca intelligenza, ognuno porta il suo contributo perché più vicino a un gruppo di cittadini piuttosto che a una parte di territorio”. Alle indiscrezioni circolate, però, la prima cittadina riconosce un elemento di verità: “Si avvicina un momento elettorale importante nel quadro politico, con le regionali e le europee. Ma quando ci si presenta con un assetto credo sia più serio nei confronti dell’elettorato aprire eventualmente una crisi, anziché scombinare la maggioranza. Poi, tutto può accadere”.