Nelle ultime ore il suo nome è circolato più volte sulle pagine dei giornali per un posto da sottosegretaria (papabili Lavoro e Pari Opportunità), ma Chiara Gribaudo tiene la barra dritta e per comunicare le sue intenzioni - per dirla con lei, a chi fa “orecchie da mercante” - dichiara pubblicamente che non accetterà incarichi “finché il Partito democratico non convocherà una direzione nazionale per discutere di parità, del merito delle politiche e del metodo di scelta della squadra di governo”.
La deputata di Borgo San Dalmazzo non è convinta dalla narrazione di un Draghi totalmente sconnesso dai meccanismi della politica e rigettando la storiella dei ministri nominati autonomamente dall’ex governatore della Bce, sconfessa le dichiarazioni di molti leader di partito dei giorni scorsi: “In queste ore, come al solito, è soprattutto un teatrino dietro al quale si svolgono le trattative, proprio come accaduto per i ministri. A maggior ragione credo che sia un errore di tutti, democratici e democratiche, andare avanti nelle nomine senza aver fatto una discussione vera”. La Gribaudo, fuori dalla retorica politichese, torna a chiedere un confronto, ma chiarisce che lei tra i banchi del governo si sederebbe volentieri: “Non nego che sarei onorata e felice di mettermi a disposizione del Presidente Draghi per lavorare in maniera concreta e operativa, con le idee e le proposte sul lavoro che conoscete e che porto avanti da sempre”. Non per questo però, intende rinunciare ai propri principi: “Ma non credo che avrei e che avremmo, come comunità politica, la credibilità di portarle avanti al governo se oggi non tenessimo la schiena dritta”.
“Comporta fatica seguire un percorso coerente - conclude -. Ma non lo facciamo per attaccare qualcuno, non stiamo chiedendo congressi o teste da tagliare. Stiamo chiedendo un percorso che ci permetta di continuare a combattere le nostre battaglie. Perché abbandonando i principi del progetto democratico, quelle battaglie non le possiamo vincere". Gribaudo a parte, tra i cuneesi sembrerebbe in procinto di entrare nell'escecutivo come sottosegretario il monregalese Enrico Costa (in quota Azione). Nei prossimi giorni sapremo chi raggiungerà Fabiana Dadone, nominata ministro alle Politiche Giovanili.