È probabile che Sergio Chiamparino, notoriamente di fede granata, non gradisca il paragone con il 'ready to come back' lanciato dalla Juventus per ribaltare il risultato maturato all'andata contro l'Atletico del 'Cholo' Simeone. Eppure le analogie tra i bianconeri all'Olimpico e il Pd alle amministravive sono parecchie, perché così come per la vecchia signora la ricandidatura del governatore alle prossime regionali, per il centrosinistra piemontese, significa il giocarsi una stagione intera.
Lo conferma l'iperattivismo del settantenne presidente, il quale non perde occasione per lanciare dardi verso il Governo sulla (o sul, che dir si voglia) Tav. L'alta velocità è certamente l'argomento principe all'ordine del giorno di tutti i quotidiani nazionali e una vecchia volpe della politica come Chiamparino non perde occasione per prendersi i suoi spazi, sostenuto dalla nuova segreteria del Partito Democratico. Non è un caso che il neosegretario Nicola Zingaretti, fresco di nomina, sia partito per Torino a supportare la battaglia per il sì all'opera. Il suo viaggio ha un forte valore simbolico ed evidenzia, se mai ce ne fosse stato bisogno, la crucialità delle regionali piemontesi nella rinascita del PD e del centrosinistra.
Forse coloro che si aspettavano un segnale nei confronti dei delusi, con un discostamento immediato dal recente passato, sono rimasti delusi a loro volta, ma la strategia di Zingaretti viene giustificata dalla massima sportiva, valida anche per la politica, secondo cui 'vincere aiuta a vincere'. Meglio se con i renziani nascosti in cucina e il 'Chiampa' (figura rispettata grazie alla sua allergia alle correnti), in bella mostra. L'obiettivo è proibitivo, ma il 'popolo della sinistra' ha bisogno di una roccaforte da cui ripartire e il tandem Chiamparino-Zingaretti è concorde sul mantenimento di Torino.
L'argomento sul quale il presidente ha buttato tutte le fiches in suo possesso è chiaro a tutti e lo abbiamo già evidenziato. Chiamparino punta molto sul Tav per due ragioni: il creare il più possibile nell'elettorato un'associazione mentale tra Lega e Movimento Cinque Stelle, tentando di schiacciare i pentastellati del candidato presidente Bertola tra i due poli 'storici' e far passare il Carroccio tra coloro che più che per il sì sono per il nì. I tentennamenti del Governo sull'argomento legati alle contraddizioni intrinseche della maggioranza che compone l'esecutivo gialloverde fanno gioco al PD a battere forte su questo tasto. La possibile controindicazione è quella di vedersi rosicchiare consenso a sinistra, da sempre su posizioni 'No Tav'.
Indipendentemente da chi sarà il competitor (Cirio?) di Chiamparino la partitita della campagna elettorale si giocherà per lunghi tratti su questa zona di campo. Resta da capire quanto gli elettori si faranno prendere dalla smania del treno ad alta velocità, da quanto soffieranno forte sul Piemonte i venti di destra e quanto 'valore aggiunto' riuscirà a portare il presidente uscente. Questo è ad oggi lo scenario futuribile, ma non è detto che nei prossimi giorni possa cambiare. Nulla è da escludere nella 'politica liquida' di questi tempi...