Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio Direttore,
in questi giorni assistiamo alle indulgenti celebrazioni dei 100 anni di vita del partito comunista italiano e ad una rinnovata ossessione per la raccolta di firme contro il fascismo. Sì, il comunismo nelle varie realtà ha vinto, dobbiamo riconoscerlo. I suoi orrori, le tragedie, gli assassinii, sono stai travasati nel calderone della storia universale contemporanea e sono considerati oggi superati.
E’ stato venerato il comunismo al potere, e quando è caduto si è inneggiato al suo surrogato, la sinistra cosìdetta radical-progressista. Ma il comunismo rivive e si diffonde con i comportamenti e la mentalità di sempre, quelli dell’odio, del materialismo, del dispregio della storia nazionale, della tradizione, delle radici identitarie, dei fondamenti religiosi. E’ il comunismo della cultura marxista, della demonizzazione degli avversari, del pensiero unico “politicamente corretto”. Alla lotta di classe sociale fra padroni e proletari si è sostituita la lotta fra le categorie civili: normali contro diversi, uomo contro donna, giovani contro anziani, figli contro genitori, credenti contro atei, europeisti contro sovranisti, italiani contro immigrati, autorità contro diritti assoluti, antifascisti contro coloro che non lo sono.
Mentre l’antifascismo cosidetto liberale ha ceduto il passo al post comunismo e non trova più modo di rivendicare la propria storia e il proprio ruolo, ogni rievocazione e commemorazione è all’insegna della rivalutazione di personaggi del passato comunista. La sinistra marxista ha usurpato – anche con l’Anpi che è pur sempre “negazionista” - il ricordo della tragedia delle Foibe e dell’esodo istriano-giuliano-dalmata, e ha monopolizzato le manifestazioni in memoria dell’Olocausto degli ebrei (lo testimonia su tutti la senatrice Segre). Il governo finanzia la ricorrenza del centenario del partito comunista italiano. Si reclama la cancellazione dei reperti storici dedicati a re Vittorio Emanuele III°, TV e giornali rievocano gli eventi del comunismo quasi plaudendo. E’ interdetto ogni riferimento di consenso al Fascismo non solo in senso storico ma anche sentimentale.
Si può quindi dire che il comunismo ha vinto e si è imposto, anche con la complicità di sempre dei cosidetti intellettuali. Ma sono molti coloro che non si rassegnano. Noi di Destra abbiamo avuto colpe, e le abbiamo scontate; ma ci siamo rigenerati e non abbiamo complessi di inferiorità. La contrapposizione fra noi e i comunisti – per il meglio è un confronto e per il peggio è uno scontro – continua.
Chiarenza Paolo, Giordana Guido, Ferracciolo Luca, Valerio Vanda, Denis Scotti, Mario Pinca, Fabio Mottinelli, Mauro Vannucci, Rosalia Grillante, Gian Michele Pellerino, Maurizio Occelli, Paolo Barabesi