Nuovo Parlamento alla prova del "Silenzio Stampa". Il settimanale spazio ospiti del lunedì sera di Beppe Ghisolfi su Telecupole ha di fatto dato avvio, relativamente alla delegazione eletta della Granda, alla legislatura scaturita dal voto "tripolare" del 4 marzo. Un voto le cui prospettive sulla futura maggioranza e sul futuro Governo sono state messe alla ribalta, con consueta vis pungente, dallo stesso conduttore e, in veste di opinionista, dallo storico Aldo Alessandro Mola.
Inevitabile partire dall'ipotesi - per taluni dal rischio - di una intesa Salvini-Di Maio "che, se fosse realtà, metterebbe all'angolo Forza Italia da una parte e il PD dall'altra", ha sottolineato il conduttore. "Mi auguro che l'alleanza di centrodestra rimanga unita", ha esordito su tutti Marco Perosino, neo Senatore di Forza Italia eletto nel collegio uninominale della provincia di Cuneo: "Il programma del centrodestra, sottoscritto da noi, dalla Lega, da Fratelli d'Italia e da Noi con l'Italia, e quello dei 5 Stelle sono diversi su molti punti sostanziali".
"Noi partiamo dal mandato ricevuto dagli elettori - ha rassicurato subito dopo Flavio Gastaldi, giovane matricola del Carroccio "salviniano" alla Camera dei Deputati e premiato anche lui dal voto uninomiale di coalizione - Il centrodestra, e al suo interno la Lega, hanno ottenuto una maggioranza chiara ma che, per poter dare un Governo al Paese, deve trovare il sostegno del Parlamento sulla base, chiaramente, del nostro programma. Del resto, Salvini sta portando avanti con coerenza quelle battaglie su pensioni, lavoro e sicurezza che devono ora trasformarsi in atti parlamentari e di governo". Tutto il resto e la volontà di tagliare fuori i "berlusconiani"? "Fantapolitica".
Dalla neo rieletta grillina Fabiana Dadone, trionfante nella quota proporzionale, non una sola parola è venuta su intese possibili o impossibili con i leghisti, ma soltanto critiche nei confronti della legge elettorale Rosatellum "studiata appositamente per portare al risultato attuale di paralisi che noi avevamo previsto fin dall'inizio". E sull'ipotesi di una propria elezione a Presidente della Camera: "Non mi autocandido, il mio nome è circolato nella rosa delle possibili candidature, questo mi onora e lo interpreto come prestigioso attestato di stima per il lavoro che ho svolto nel corso dei miei primi 5 anni a Montecitorio".
Il Senatore "democrat" Mino Taricco, che trasloca da Montecitorio a Palazzo Madama anche lui nel proporzionale, ha invitato a "non demonizzare la legge elettorale, perché essa ha dato agli elettori la possibilità di indicare due vincitori netti, il centrodestra e i 5 Stelle, assegnando al PD il compito di stare in minoranza. Abbiamo pagato un prezzo politico davanti agli elettori e ne prendiamo atto".
Poche le differenze sulle priorità di ognuno: lotta alle troppe tasse, sicurezza e immigrazione, viabilità e trasporti, aiuto alle piccole imprese e - per Perosino - "anche il superamento della legge Delrio che tanto danno ha fatto alle Province e agli interventi di messa in sicurezza di strade e scuole". Autostrada Asti-Cuneo? "I fondi ci sono adesso, basta solo l'ok del futuro Governo a far partire cantieri finali e ciascuno di noi potrà percorrerla tutta, magari già dal 2020", ha rassicurato Taricco.
Poi è scattato il "totoministro": Dadone predilige Economia e Interni, Gastaldi pure - oltre naturalmente alla presidenza leghista del prossimo Governo - e Perosino auspica equamente per Forza Italia il Ministero economico e per la Lega gli Interni "ma un lavoro altrettanto buono potrà essere fatto alla guida delle Commissioni parlamentari". "E gli Esteri chi li vuole, visto che l'attuale Ministro è assente?", ha pungolato Mola.
A questo punto, quindi, tutti a Roma per lasciare le proprie credenziali da neo Deputato o Senatore, poi dal 23 marzo prime prove tecniche ufficiali di maggioranza con l'elezione dei successori di Laura Boldrini e di Piero Grasso al vertice di Camera e Senato. Rompendo un'altra volta il Silenzio Stampa.