Non è passato inosservato l’allineamento dei consiglieri provinciali di centrodestra (tutti meno uno, quello in quota a Fratelli d’Italia) al voto sulle linee programmatiche del neopresidente Robaldo.
Chi si attendeva una conta nel primo Consiglio provinciale “operativo” del nuovo eletto è rimasto deluso. Nella seduta di ieri (giovedì 3) anziché al redde rationem si è assistito al “volemose bene”. Al momento di scoprire chi sarebbe stato in maggioranza e chi all’opposizione ben undici consiglieri su dodici hanno scelto di correre in soccorso del vincitore. Non solo i cinque della lista di centrosinistra La nostra provincia e i due di Azione che già avevano sostenuto alle elezioni il sindaco di Mondovì, ma anche i due consiglieri di Forza Italia Massimo Antoniotti e Graziella Viale e i leghisti Simona Giaccardi e Stefano Rosso.
Il placet all’operazione per ricomporre la Grosse Koalition era venuto dal candidato sconfitto di centrodestra, il lagnaschese Roberto Dalmazzo, protagonista di una campagna elettorale all’insegna del fair play con lo sfidante Robaldo. Alla fine della fiera solo il consigliere di Fratelli d’Italia Marco Bailo, sindaco di Magliano Alpi, ha deciso di porsi “in direzione ostinata e contraria”.
A proposito di citazioni musicali, ne ha scelta una di rango il Partito Democratico per commentare l’accaduto: “‘Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà’, cantava Francesco Guccini. Quanto successo ieri, nella seduta del Consiglio provinciale in cui il presidente Robaldo ha presentato le linee programmatiche, riporta alla mente quel passaggio della celebre canzone ‘Eskimo’”.
A detta dei dem, la decisione del centrodestra “segnala a tutti quel che noi registriamo nei territori da molti mesi, e che l’esito delle recenti elezioni politiche ha amplificato: un malessere diffuso che serpeggia tra le fila forziste, in maniera macroscopica, ed in parte anche tra i leghisti”. “Da parte nostra - aggiungono i democratici - ci limitiamo a ribadire quanto sostenuto da sempre: in una provincia ampia, estremamente articolata e complessa si doveva evitare la conta. Si poteva convergere da subito sulla candidatura civica e trasversale di Luca Robaldo, capace di rappresentare diverse sensibilità politiche e variegate esigenze territoriali. Abbiamo invece sottoposto la Granda a forti tensioni e stressato legami consolidati, quando non relazioni personali o addirittura amicizie”.
La nota si conclude con un’apertura di credito agli ex (?) avversari: “Prendiamo atto del deciso cambio di atteggiamento da parte della minoranza. Certo, sullo sfondo rimarrà la differenza tra chi ha da subito lavorato per una Provincia unita e chi ci è arrivato dopo una sconfitta. Vogliamo credere però che questo diverso approccio, utile a ricomporre una frattura che non abbiamo voluto ma subito, sia sincero ed in questo senso lo condividiamo nella convinzione che, a posizioni invertite, ci sarebbe stato lo stesso spirito cooperativo”.