CUNEO - Il ritorno al voto potrebbe rimescolare la pattuglia di parlamentari cuneesi

La crisi di governo 'più pazza del mondo' apre molteplici scenari: non è detto che si vada subito alle urne, ma se così fosse..

Samuele Mattio 14/08/2019 12:01

La crisi di Governo, ribattezzata dal Corriere della Sera “La più pazza del mondo”, sta appassionando gli italiani che, sdraiati sotto l’ombrellone, sembrano più interessati del solito a quanto sta accadendo a Roma. Oggi la commemorazione delle vittime del Ponte Morandi impone un giorno di pausa alle dichiarazioni dei protagonisti della politica, ma ciò che è avvenuto ieri sera in Senato è sufficiente per fare un quadro della situazione e capire, pur senza palla di vetro, quali potrebbero essere gli effetti del bailamme parlamentare in provincia di Cuneo.

Dalla seduta a palazzo Madama è emersa una nuova maggioranza che vede insieme Cinquestelle e Pd. I due schieramenti hanno votato il calendario della crisi, individuando nel 20 agosto il giorno in cui il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte riferirà in aula e non oggi, come auspicato dal ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini.

Votiamo il taglio di 345 parlamentari senza aspettare e poi andiamo subito alle elezioni, restituendo la parola agli italiani” ha detto il titolare del Viminale nel suo ruolo politico, uscendo dall’angolo. La proposta lanciata dal leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, di tagliare i parlamentari e andare al voto si è rivelata un autogol e probabilmente, dopo lo strategico assenso dell’ex alleato, lo costringerà ad una retromarcia. Tutto l’arco costituzionale, ad eccezione di Lega e Fratelli d’Italia, con Forza Italia tentennante, è piuttosto tiepido rispetto all’idea di andare alle urne dove, secondo tutti i sondaggi, Salvini avrebbe una vittoria schiacciante.

A dettare i tempi sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, c’è da scommettere, non lascerà nulla di intentato prima di cedere alla richiesta salviniana di andare al voto: un governo istituzionale per durare fino a primavera o un governo di ‘legislatura’ tra Cinque Stelle e il PD di Nicola Zingaretti? Sulle prima due possibilità grava l’ingombrante presenza tra i democratici dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei tanti parlamentari a lui vicini, invisi ai Cinque Stelle e autori di una battaglia ‘di corrente’ interna al PD. Altra ipotesi (quella del voto immediato) è la formazione di un governo ‘di scopo’ che faccia da garante e si limiti a sfogliare l’agenda per trovare una domenica di fine ottobre o inizio novembre per andare a votare.

Se così fosse quali sarebbero le ripercussioni in provincia di Cuneo?

In caso di ritorno alle urne è probabile che la pattuglia di parlamentari made in Granda subirebbe un rimescolamento. Tra i più a rischio il deputato Enrico Costa e il senatore Marco Perosino, entrambi forzisti e candidati a marzo 2018 nei rispettivi collegi uninominali. La Lega di oggi, egemone nel centrodestra, difficilmente accetterà di concedere due seggi sicuri agli alleati. Nell’altro collegio uninominale venne eletto il leghista Flavio Gastaldi, certo della ricandidatura e della rielezione. Non dovrebbe avere motivo di agitarsi anche il senatore del Carroccio Giorgio Bergesio, stando ai sondaggi ci sarà anche per lui un posto in cassaforte.

La deputata pentastellata Fabiana Dadone dovrà guardarsi più dal calo del Movimento nei sondaggi che dalla ricandidatura. Quest’ultima, dopo il proclama del ‘mandato zero’, pare scontata. Una posizione traballante in caso di ritorno alle urne è quella della deputata di Fratelli d’Italia Monica Ciaburro. Allo scorso giro la 'sindaca’ di Argentera entrò in parlamento perché il capolista del maggioritario, il ‘Gigante di Marene’ Guido Corsetto, fu eletto a Bergamo. Diversa la posizione dei parlamentari PD Chiara Gribaudo e Mino Taricco, che quasi certamente saranno ricandidati, ma con la prima in una posizione più blindata rispetto al secondo. Il tutto salvo la paventata ‘scissione’ dei renziani, alla quale nessuno dei due guarda con entusiasmo.

Stando a quanto si profila in queste ore è più probabile che nelle prossime settimane torneremo a vagliare le possibilità che uno dei ministri del nuovo esecutivo sia cuneese, piuttosto che a dare notizia dei probabili candidati, ma la situazione in continua evoluzione non permette di lanciarsi in troppi vaticini.

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