Il giorno dopo l’addio del ministro degli Esteri ed ex capo politico Luigi Di Maio, il Movimento 5 Stelle si divide tra lealisti contiani e scissionisti pronti a seguire l’opzione più filogovernativa.
Da palazzo Lascaris nessuno scossone. I tre consiglieri regionali, Ivano Martinetti e Sean Sacco con la capogruppo Sarah Disabato, ribadiscono la loro intenzione di sostenere il percorso intrapreso da Giuseppe Conte: “Un percorso fatto di coerenza con i principi che abbiamo sempre proposto, uno su tutti quello relativo al vincolo di mandato, purtroppo disatteso in queste ore a livello nazionale e in precedenza anche in Regione Piemonte” osservano velenosi i tre “portavoce” in Regione. Il gruppo pentastellato, in precedenza, aveva già subito una scissione, quella messa in atto dalla valsusina Francesca Frediani e dall’ex candidato presidente Giorgio Bertola che oggi rappresentano il Movimento 4 Ottobre, insieme ad altri grillini antemarcia.
Anche il ministro delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone, uno dei probiviri che avrebbero dovuto decidere sull’espulsione di Di Maio, è tra coloro che rimarranno a far parte della compagine governativa sotto le insegne pentastellate, così come i colleghi Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento) e Stefano Patuanelli (Agricoltura). Con Conte il viceministro allo Sviluppo Economico Alessandra Todde, mentre segue Di Maio la torinese Laura Castelli, viceministro all’Economia, insieme ai sottosegretari Manlio Di Stefano (Esteri), Dalila Nesci (Sud), Pierpaolo Sileri (Salute) e Anna Macina (Giustizia). Gli altri sottosegretari Carlo Sibilia (Interno), Ilaria Fontana (Mite), Giancarlo Cancelleri (Mims), Rossella Accoto (Lavoro) e Barbara Floridia (Istruzione) hanno scelto di rimanere “fedeli alla linea”.
Il neonato raggruppamento parlamentare Insieme per il Futuro, varato dall’ormai ex enfant prodige di Grillo, conterà su 62 parlamentari, cinquantuno alla Camera (tra loro Antonio Lombardo, uscito dalla casa madre già nel 2020 e transitato per varie sigle) e undici al Senato. Il Movimento 5 Stelle passa così da 155 a 105 deputati, da 72 a 61 senatori e perde anche quattro presidenti di Commissioni permanenti alla Camera e due nelle bicamerali, più due presidenti nelle delegazioni parlamentari presso l’Assemblea parlamentare della Nato e nel Consiglio d'Europa. “Insieme” potrà inoltre contare su quattro rappresentanti nell'Ufficio di Presidenza della Camera: un questore e tre segretari.
In attesa di capire se si porrà la questione di riequilibrare le commissioni, intanto, la Lega diventa il gruppo più numeroso alla Camera (132 componenti) e - non appena si costituirà la componente di Ipf nel gruppo Misto a Palazzo Madama - il partito di Matteo Salvini avrà gli stessi 61 senatori del M5S.