Che qualcosa si stia muovendo nello scenario politico cuneese non è un mistero per nessuno. La maggioranza capeggiata da Federico Borgna valuta le proprie mosse in vista di una successione che si annuncia difficile e che potrebbe perfino sancire una nuova spaccatura tra il Pd e il centro, come quella che nel 2012 portò all’elezione dell’attuale inquilino di palazzo civico. Il centrodestra -
orfano del candidato in pectore Paolo Bongioanni - promette di chiudere entro poche settimane il risiko dei nomi per non ritrovarsi, come al solito, ad affrontare in affanno una rincorsa che già si prevede complicata. Il profilo? Sarà un politico, giura il coordinatore di Fratelli d’Italia William Casoni: basta quindi con il culto della “società civile” che ha portato solo brucianti sconfitte da Torino a Roma e da Milano a Napoli.
Alle spalle dei partiti
pivot e delle manovre nelle segreterie romane e torinesi si muove però una galassia magmatica di liste civiche e movimenti minori che potrebbero rappresentare una variabile di un certo peso, perlomeno nell’ipotesi che la coalizione demo-centrista imploda e che si vada a un ballottaggio a quel punto più che probabile. Gli Indipendenti di Boselli e la lista Evoluzione di Carluzzo sono gli interlocutori più ovvi in quest’ottica, ma perfino oppositori più tenaci della giunta Borgna come Cuneo per i Beni Comuni e il Movimento 5 Stelle potrebbero entrare in gioco nell’eventualità che il Partito Democratico decidesse di tentare l’azzardo,
rompendo con gli alleati centristi e varando una coalizione aperta a sinistra, non troppo dissimile da quella che aveva sostenuto la candidatura perdente di Gigi Garelli nel 2012.
Tra chi giudicherebbe senz’altro irricevibile una proposta del genere c’è Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi è un’incognita assoluta nel panorama locale, dove non ha ancora avuto modo di “pesarsi” nelle competizioni che contano. Solo il mese scorso, per giunta,
i renziani hanno perso il loro referente cittadino, l’avvocato e attivista dell’Arcigay
Antonio Dell’Aversana, in rotta con le posizioni anti-ddl Zan del partito. Eppure il movimento guidato in provincia dal sindaco di Verduno
Marta Giovannini e dall’assessore scarnafigese
Francesco Hellman fa sapere con una nota stampa di essere pronto a dire la sua:
“Italia Viva sta lavorando per farsi trovare pronta con candidati all’altezza e programmi in linea con la nostra vocazione riformista e liberale. Siamo già da ora disponibili al dialogo con le forze che si riconosceranno nelle nostre idee, sicuri che sapremo trovare le giuste sintesi per lavorare insieme per il buon governo di Cuneo”.
A confortare i renziani nei loro sforzi il fatto che “le recenti elezioni, conclusesi con la vittoria del centro sinistra ai ballottaggi di Torino e Roma, hanno confermato come l’area centrista e riformatrice, cui si ispira Italia Viva, ha un ruolo fondamentale se si vuole costruire una coalizione vincente e lontana da tentazioni sovraniste e estremiste”. In particolare dalla città eterna arriva un segnale che secondo Italia Viva non deve essere sottovalutato: “La straordinaria performance di Calenda (220 mila voti raccolti nella capitale), è avvenuta con l’apporto decisivo di Italia Viva, dal momento che i due candidati più votati della lista che lo appoggiava appartengono per l’appunto al nostro partito. Ora questo importante risultato elettorale, che dimostra una volta di più come una cosa siano i sondaggi (che peraltro ci danno in costante risalita) e un’altra le urne, va portato nella nostra realtà locale”.