Riceviamo e pubblichiamo una riflessione sull'attuale stallo politico nazionale. A scrivere è l'ex candidato alle elezioni regionali per il Movimento Cinque Stelle, Lorenzo Pallavicini, poi fuoriuscito dai pentastellati in seguito alla debacle elettorale del suo partito.
A chi giova un accordo tra PD e M5S? A Salvini (forse). Governare è un'arte difficile ma farlo in modo serio, duraturo e responsabile lo è ancora di più. Sia il PD che il M5S sembrano dimenticarsi di quanto sia complicato costruire intese solide che reggano ad ogni possibile urto. Il cittadino medio appare, a dir poco, disorientato dalla prospettiva di un possibile nuovo governo di legislatura tra due forze che tra litigi e screzi non sono mai andate d'accordo. Se il PD, come dice il suo manifesto, è a vocazione europeista come può accettare a cuor leggero di stare assieme ad una forza che è stata alleata fino a ieri del re degli euroscettici Nigel Farage ed ha governato in Italia per un anno con il campione italiano dei sovranisti, la Lega di Salvini?
Come può M5S passare con disinvoltura dall'stremismo salviniano ai democratici così vituperati in passato quando su tanti temi,dalla salute alle infrastrutture all'economia hanno visioni radicalmente diverse? Perchè illudersi di fare un governo che duri quasi 4 anni quando basteranno poche crepe per affondare la barca
e si tornerà allo stesso punto di prima, con M5S e PD che avranno perso, probabilmente, anche gli ultimi brandelli di credibilità?
Come disse una volta una persona di rilievo tra gli esponenti democratici come Arturo Parisi, è meglio perdere che perdersi e se davvero il PD non vuole perdersi per strada potrebbe sì accordarsi con M5S ma solo per un breve periodo di qualche mese in modo da evitare l'esercizio provvisorio di bilancio e migliorare la legge
elettorale attuale, per dare finalmente stabilità al paese. Se, invece, si pensa di stare assieme per una legislatura, si finirà solo per rafforzare Salvini, che avrà gioco facile ad attaccare un eventuale governo giallorosso, sapendo bene che gli italiani hanno spesso la memoria corta e si dimenticheranno di come lui è sfuggito, in modo discutibile, alle sue responsabilità. È tempo di persone serie che non prendano più in giro i cittadini, è ora che tutti i partiti, dall'estrema sinistra alla destra sovranista, non sfuggano alle responsabilità, condividano assieme l'onere di fare la finanziaria e di migliorare la legge elettorale, facendo una seria autocritica e pensando per davvero, e non per finta, al bene dei cittadini.
Lorenzo Pallavicini