CUNEO - La proposta della Gancia per l'autonomia del Piemonte fa ancora discutere

Chiamparino ha provato a liquidare l'iniziativa del Carroccio, ma la consigliera regionale della Lega Nord non ci sta

07/11/2017 16:04

Fa discutere, dopo i referendum in Lombardia e Veneto, la proposta di legge regionale presentata dalla presidente leghista Gianna Gancia per indire, anche in Piemonte, un’analoga consultazione popolare, in modo da “consentire al Piemonte di non perdere il treno dello sviluppo, che altrove ormai si è messo in moto”.
Al presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino, che ha tentato di liquidare l’iniziativa del Carroccio sostenendo che la “situazione dei conti non permette di utilizzare gli strumenti previsti dall'articolo 116 della Costituzione”, la presidente Gancia replica argomentando che “c’è del buono e del nuovo nelle dichiarazioni di Chiamparino”, ma che “purtroppo, il buono non è nuovo e il nuovo non è buono”.

«E' buono – osserva Gianna Gancia -, ma non è nuovo, ricordare che un sistema di Stato federale non significa avere entità separate le une dalle altre, ma avere un sistema che integri autonomia ed interdipendenza. Lo scopo finale è quello di produrre beni e fornire servizi pubblici a tutti i cittadini, di tutti i territori, nella maniera più efficace e più efficiente. Tutto questo si ottiene se ogni entità è responsabilizzata al massimo sulle sue entrate e sulle sue risorse.
E' quello che sosteneva sempre un grande economista, un grande uomo di Stato ed un vero piemontese, Luigi Einaudi».

«Dispiace doverlo dire – continua la presidente leghista -, ma non so se Chiamparino abbia pienamente compreso la lezione di Einaudi. Sembra, infatti, che il suo problema non sia avere il massimo di autogoverno, e quindi di responsabilità, in una logica federale, ma di avere la certezza che il Governo continui a erogare risorse al Comune di Torino per pagare i debiti così sciaguratamente contratti. Non e' questo il buongoverno, non e' questa la tradizione politica ed amministrativa del nostro Piemonte.
E' nuovo, ma non è buono, quello che Chiamparino afferma sui due referendum. Un leader politico che classifica come manovra propagandistica il voto chiaro e forte di milioni di cittadini o ha perso il contatto con la realtà o manca del concetto fondamentale della democrazia».

«Perchè, e questo Chiamparino lo dovrebbe sapere – conclude Gianna Gancia -, la propaganda è la fase che precede sempre il voto, qualsiasi voto. E dopo il voto ci sono la volontà del popolo e la democrazia.
Purtroppo Chiamparino ha la stessa idea della sinistra in Italia ed in tutta Europa. Poiché il popolo non vuole più la sinistra e le sue visioni centralistiche ed autoritarie, a cambiare non deve essere la sinistra. Bisogna cambiare il popolo».

c.s.

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