Già nelle scorse settimane avevamo anticipato la frattura che si era verificata all'interno del Carroccio cuneese tra i conservatori dell'ala bossiana (vedi Bergesio e Gancia) e i rinnovatori salviniani (Gastaldi e Mellano).
Riepilogo. Flavio Gastaldi è il coordinatore regionale dei Giovani Padani, molto apprezzato dalla base leghista e fino a ieri veniva indicato da più parti come uno dei possibili candidati al parlamento. Anche Roberto Mellano, sindaco di Envie, veniva indicato dagli addetti ai lavori come uno degli outsider dietro al 'sicuro' (almeno fino a ieri sera) Giorgio Bergesio.
Quali sono le novità? Il direttivo provinciale del Carroccio, riunitosi nella serata di ieri, avrebbe infatti escluso sia Mellano che Gastaldi dalla lista dei nomi 'papabili' per il parlamento, con l'assenza totale di 'salviniani' nella rosa. Pare che all'assemblea siano volate parole grosse, ma ciò che più stupisce è il metodo. Per Bergesio sarebbe stato molto più agevole presentarsi con una lista di pre-candidati che desse spazio a tutte le anime del partito, presentandosi come il 'pacificatore' che poteva mettere tutti d'accordo. In questo modo invece l'ex sindaco di Cervere si è messo in una condizione piuttosto scomoda, inimicandosi molti militanti (la maggioranza?) e soprattutto il segretario piemontese Molinari e quello federale Salvini. Un autogol che potrebbe costargli caro se è vero che sarà lo stesso Salvini a decidere le candidature.
La spaccatura è evidente e non è escluso che dall'alto potrebbe arrivare addirittura la decisione di commissariare la segreteria provinciale, in quanto il segretario è in scadenza e il partito è diviso. Non di certo la situazione migliore per prepararsi all'imminente campagna elettorale. Gli alleati di Forza Italia hanno già effettuato il 'cambio' al vertice con la staffetta Garnero-Paoletti. Seguirà anche il Carroccio? Staremo a vedere.