Un Centro Incontri della Provincia di Cuneo gremito in ogni ordine di posto ha fatto da cornice al primo incontro organizzato dal Comitato per la Sinistra Unita. Nato a Cuneo qualche mese fa quando l'idea di una lista unica di sinistra italiana era nei pensieri di pochi su iniziativa di alcuni appassionati che non si vogliono arrendere ad accettare la frammentazione della sinistra, il Comitato, nel quale militano figure come Guido Chiesa e Fabrizio Botta, ha scritto alle segreterie dei più importanti movimenti che politicamente si collocano alla sinistra del Partito Democratico, lanciando un appello di unità a partire proprio dall'incontro di ieri. Quasi tutti hanno risposto positivamente, tranne Campo Progressista (il movimento che fa capo a Giuliano Pisapia). Erano dunque presenti Giorgio Airaudo (Sinistra Italiana), Fabio Panero (Rifondazione Comunista), Livio Pepino (Alleanza Popolare per la Democrazia e l'Uguaglianza), Federico Fornero (Articolo Uno-MDP) e Davide Serafin (Possibile). Ciliegina sulla torta, la presenza dell'ex segretario generale FIOM ed oggi membro della segreteria della CGIL, Maurizio Landini. Ha moderato l'incontro, il giornalista Giuseppe Grosso.
Ma perchè proprio da Cuneo dovrebbe partire il processo di unificazione della sinistra? Innanzitutto perchè, pur non avendo nulla a che vedere con il Comitato per la Sinista Unita, una lista unica di sinistra a Cuneo già c'è, si chiama "Cuneo per i beni comuni" ed alle recenti elezioni comunali ha sfiorato il 10% dei consensi, molto più della somma dei singoli partiti che la compongono. Un esempio che può fare scuola, ma per il quale è necessario lavorare duramente. Non è infatti certamente sufficiente mettere in un unico contenitore le tante sigle di sinistra presenti oggi sul panorama politico per ottenere magicamente un risultato straordinario.
La linea da seguire l'ha tracciata Landini ieri sera con alcuni passaggi illuminanti. "Oggi - ha detto l'ex segretario FIOM - gli operai e le persone che incontro nelle fabbriche, che un tempo votavano a sinistra, votano Grillo o Salvini. A questa gente non importa nulla di quello che è stato, del PCI, del PSI o di altri partiti. Sono persone che hanno bisogno di risposte sui problemi concreti che li affliggono oggi per i quali chiedono risposte altrettanto concrete".
Ecco, probabilmente, è proprio la concretezza quella che è mancata e che continua a mancare alla sinistra italiana. Nella serata di ieri ci saremmo attesi anche, magari, qualche "mea culpa", un'analisi ed una autocritica severe sul perchè la sinistra sia oggi del tutto ininfluente, quasi inesistente nel panorama politico italiano. Capire gli errori che sono stati fatti sarebbe di vitale importanza per evitare di commetterli ancora. Occorre voltare pagina, ma farlo davvero. Creare una nuova identità, parlare un linguaggio comprensibile alle persone e fare proposte concrete all'elettorato al quale ci si vuole rivolgere. L'incontro di ieri può essere l'inizio di questo processo, che non può però prescindere dalla presenza di un leader carismatico, credibile, forte e la cui leadership sia indiscussa e riconosciuta da tutti. La serata di ieri, manco a dirlo, ha incoronato Maurizio Landini, che però pare avere altri programmi.