CUNEO - Manavella: 'PD a sostegno di Grasso premier? Penso sia fantapolitica'

'Un patto di desistenza ci consentirebbe di non farci del male'

Fabio Rubero 07/12/2017 13:53

Acque agitate in casa del Partito Democratico dove, in poche ore, sono giunte due notizie che mettono in discussione altrettante trattative in vista delle elezioni politiche del 2018.
 
L'uscita di scena di Giuliano Pisapia e del suo "Campo Progressista" ha tolto l'ultimo "ancoraggio" a sinistra, dopo il fallimento della trattativa con i cugini di Articolo 1-MDP che, insieme a Sinistra Italiana e Possibile, hanno dato vita a "Liberi e Uguali", con Pietro Grasso candidato premier.
 
L'annuncio di Angelino Alfano di non volersi ricandidare per un posto in Parlamento, inoltre, rende forse un po' più difficile la trattativa con i cosiddetti "centristi", quell'area moderata che è stata decisiva nei numeri a sostegno dei governi Renzi e Gentiloni.

Abbiamo così contattato Flavio Manavella, segretario provinciale del partito il cui primo segretario fu Walter Veltroni, e gli abbiamo rivolto alcune domande.
 
D. Segretario, come mai secondo lei Giuliano Pisapia ha di fatto sciolto il suo movimento "Campo Progressista" che appariva come forse il più naturale alleato del PD alle prossime elezioni politiche?
R. Probabilmente perché ha ritenuto che non ci fossero più le condizioni per perseguire un percorso unitario. Un'idea che non condivido ma che rispetto.
 
D. Ci sono responsabilità del PD? Quali?
R. Normalmente quando ci si divide le responsabilità sono un po' di tutti. Ma la responsabilità più grave secondo me è quella di aver chiuso ogni porta ad un tentativo di accordo. Il popolo della sinistra è stufo di divisioni, le lezioni del passato purtroppo non sono bastate. Io sono dell'opinione che le battaglie si debbano fare all'interno del partito di appartenenza e, quando si è in minoranza, ci si batta per far prevalere in futuro la propria linea. Abbandonare il campo per fondare il proprio partito è un modo di agire lontano dalla mia idea di confronto politico. 
 
D. Che cosa farà il PD ora? Cercherà di conquistare lo spazio lasciato libero a sinistra dall'uscita di scena di Pisapia oppure, vista la presenza "ingombrante" di Grasso, quello viene considerato uno spazio perso e dunque proverà a guardare più al centro?
R. Secondo me deve semplicemente rivendicare il suo ruolo di forza plurale al cui interno convivono diverse sensibilità della sinistra riformistica. Piaccia o non piaccia il PD, con tutti i suoi limiti, rappresenta attualmente l'argine più solido ad un populismo imperante che tanto male ha già fatto in passato a questo paese.     
 
D. Intanto ieri Alfano ha annunciato che non si ricandiderà. Questo può condizionare il dialogo tra voi ed i cosiddetti "centristi"?
R. Penso che il PD debba parlare a quel pezzo importante di società convinto che un paese si governi con senso di responsabilità e non con semplici slogan o con soluzioni irrealizzabili. La decisione di Alfano è assolutamente ininfluente nel rapporto con questo elettorato.
 
D. E' fantapolitica pensare che il PD converga su Grasso candidato premier?
R. Sì, penso sia fantapolitica .

D. E' fantapolitica anche pensare ad una "desistenza" di Bertinottiana memoria con "Liberi e Uguali" nei collegi uninominali?
R. Sarebbe una scelta di buon senso per evitare di farci del male, ma va fatta sulla base di un accordo che sembra ancora lontano.

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