Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni sull'attualità politica del coordinatore provinciale di Sinistra Italiana
Domenica 3 Dicembre, all’Atlantico Live di Roma, oltre 1500 delegati, in rappresentanza dei partiti politici promotori, dell’associazionismo, del volontariato e della società civile, tutti democraticamente eletti nelle Assemblee provinciali, si incontreranno nella grande Assemblea Nazionale “Una nuova proposta per l’Italia” per dar vita ufficialmente al progetto politico di sinistra unitario, che ha come primo obiettivo quello di riconnettere sinistra e società civile per contrastare la deriva di destra e populista che drammaticamente si rafforza in Italia come nel resto d’Europa.
Dopo anni di divisioni e distinguo, spesso dettati più da rancorosi personalismi che da oggettive differenze politiche, finalmente si concretizza una prima significativa tappa nel difficile processo di riunificazione della sinistra politica e sociale del Paese che, seppure ancora parziale, segna senza ombra di dubbio un risultato di grande importanza non solo per la per la sinistra ma per l’intero Paese.
Come spesso accade, anche in questo caso fin da subito non sono mancate le prese di posizioni critiche, queste ovviamente sempre legittime, così come però non si è fatta attendere l’immediata, ed in alcuni casi scomposta, reazione, in questo caso molto meno legittima, dei detrattori purtroppo sempre molto attivi anche nel campo della sinistra.
Ed ecco allora dal fronte dei così detti moderati l’accusa di intelligenza con il nemico, di irresponsabilità nel non comprendere che il far nascere una lista a sinistra del PD non potrà che indebolire il PD stesso e quindi di spianare la strada alla vittoria delle destre e dei populisti. In modo speculare, dal fronte opposto, il menù delle accuse contesta ai promotori di non voler cedere sovranità alla società civile, di non essere abbastanza distanti dal PD o nel migliore dei casi si derubrica il tutto ad una mera operazione di autoconservazione dei “partitini” della sinistra.
In entrambi i casi si tratta oggettivamente di una lettura strumentale e fuorviante del progetto in cantiere, totalmente disancorato dalla realtà politica e sociale che oggi vive il Paese.
Come non rendersi conto che, anche solo teorizzare una alleanza con il PD alle prossime elezioni, significa non aver compreso che sono state proprio le politiche attuate dal PD in questi anni ad indebolire drammaticamente l’intero campo della sinistra, e che, riproporre oggi una alleanza con quel partito, non solo non garantirebbe un ipotetico successo del centro-sinistra alle prossime elezioni politiche, come i risultati elettorali delle recenti elezioni amministrative hanno evidenziato in più circostanze, ma rischierebbe di sancire irreversibilmente la rottura con quella moltitudine di persone che dalla sinistra si sono sentiti traditi e abbandonati.
Così come è del tutto infondata e non meno infausta è la posizione di chi in queste ore, confondendo fischi per fiaschi, contesta “da sinistra” la scelta compiuta da M.D.P., Possibile e Sinistra Italiana di aver deciso, con l’Assemblea del 3 Dicembre, di anteporre gli interessi di partito e dei propri vertici a quelli del civismo di base. Niente di più lontano dalla realtà! Con l’iniziativa del 3 dicembre semplicemente e finalmente si è deciso di mettere un punto fermo per l’avvio del progetto unitario a sinistra del PD.
Una proposta politica che guarda ben oltre il perimetro dei partiti promotori ma si rivolge prima di tutti al vasto mondo delle associazioni, del volontariato, della società civile che ancora credono possibile un cambiamento reale e radicale delle politiche antisociali imposte al Paese in questi ultimi anni.
L’interesse che fin da subito ha prodotto la nascita del Comitato provinciale di Sinistra Unita, al quale in pochi mesi hanno aderito tante donne e tanti uomini che da tempo si erano allontanati dalla politica, sono l’evidente conferma che recuperare sintonia e interesse verso la politica è assolutamente possibile anche per la sinistra, purché si abbia la consapevolezza che, per ritornare ad essere attrattivi ed inclusivi, bisogna prima di tutto saperci proporre con un progetto politico- programmatico serio e credibile che dia priorità ai bisogni di chi, più di ogni altro, ha pagato i prezzi della crisi e delle politiche di austerità imposte al Paese negli ultimi dieci anni.
Ma è necessario anche impedire che, nel complesso percorso avviato, sia bandito quel pericoloso mix di presunzione elitaria e di primato nella difesa identitaria, che porta drammaticamente a convincersi di essere i soli a possedere la necessaria coerenza politica e morale per decidere chi ha e chi non ha le carte in regola per far parte di un progetto di sinistra.