Nervi a fior di pelle nel Partito Democratico torinese. La discesa in campo (in punta di piedi) di Mauro Salizzoni, primario delle Molinette prossimo alla pensione, il quale ha dato la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione sta causando più di un mal di pancia tra i democratici che risiedono sotto la Mole. Elemento scatenante l'endosrment del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino allo stimato luminare. La disponibilità del “re dei trapianti di fegato” ha scatenato la reazione in primis di Mauro Laus, che dopo l'elezione in Senato ha lasciato la presidenza del Consiglio regionale, il quale ha attaccato il l'attuale governatore. "Chiamparino sta sbagliando, non può dare il testimone a nessuno e il candidato alla presidenza della Regione Piemonte per le elezioni del 2019 deve passare attraverso le primarie – ha dichiarato Laus all'Ansa - auspicando anche un "cambio di passo" della giunta regionale nell'ultimo anno di legislatura”. Sulla stessa linea di Laus anche il senatore Mino Taricco, che ha storto il naso di fronte alle uscite del presidente piemontese, seppur con uscite pubbliche più concilianti. Oltre a Taricco sarebbero in molti i militanti cuneesi che non gradirebbero un candidato 'imposto'.
La replica di Chiamparino è arrivata a stretto giro di posta e, per usare un eufemismo, il governatore non ha usato il fioretto: "Il nome di Salizzoni è circolato ben prima che io lo sondassi, d'intesa con alcuni esponenti Pd, tra cui lo stesso Laus – ha controbattuto Chiamparino - Vista la critica radicale, se il pensiero di Laus riflette quello della maggioranza del partito, non vedo più le condizioni per continuare a collaborare con questo gruppo dirigente del Pd". Insomma, volano gli stracci. La partita interna al Partito Democratico in vista delle Regionali 2019 è appena cominciata, è probabile che i 'democat' cuneesi non staranno a guardare a lungo la zuffa torinese.