Sembrava che l’entrata in vigore del Decreto Balduzzi dovesse essere nuovamente prorogata, ma non è stato così. L’obbligo di munirsi di defibrillatore è scattato il 30 giugno 2017. Si tratta della scadenza entro la quale le associazioni e le società sportive dilettantistiche dovevano dotarsi di un DAE e formare al suo utilizzo i loro tesserati. L’onere della dotazione del defibrillatore semiautomatico esterno e della sua manutenzione è a carico della società che opera nell’impianto, ma sono molte le società che, in primis per scarsità di fondi , non sono “a norma”. Il tema, di interesse nazionale, è approdato anche nel Consiglio comunale di Cuneo. A proporre una soluzione tramite un’interrogazione (almeno per il territorio comunale cuneese) è stato l’ex candidato sindaco Fierro: “La preoccupazione di tanti gruppi è di non poter svolgere le attività sportive con l’attuazione del decreto Balduzzi. Sappiamo dell’intervento della Crc, ma non credo che questo possa coprire l’esigenza di tutti i gruppi che promuovono attività sportive sul territorio. In altri comuni è stata data la possibilità di utilizzare un defibrillatore comunale. Vogliamo sapere se c’è la volontà di investire su questa soluzione”. Sul tema è intervenuto l’ex assessore allo Sport Valter Fantino: “Negli anni scorsi ho avuto molti scambi di idee con il mondo sportivo amatoriale. Questa legge dimostra quanto l’Italia sia indietro dal punto di vista della legislazione sullo sport. Se il DAE deve tutelare la vita è assurdo che ci vogliano quattro anni per attuare la norma e non si riescano ad effettuare controlli, ma credo che sarebbe pericoloso che l’ente metta a disposizione una struttura che altri andrebbero a gestire”. La risposta dell’attuale assessore allo Sport Cristina Clerico ha mantenuto la linea impostata da Fantino: “Il defibrillatore deve essere costantemente controllato, questa è la ragione per cui l’amministrazione non ha voluto intervenire. Perché non siamo intenzionati a far ricadere sul Comune di Cuneo la responsabilità. Non è tecnicamente possibile. Non escludiamo di poter rivedere questa nostra posizione, purché questo non deresponsabilizzi i gruppi sportivi. Mi riservo di capire com’è stata applicata la norma nei comuni limitrofi”.