CUNEO - Non è un Natale tra “fratelli”: gli invernizziani disertano il direttivo della fiamma

La polemica sul congresso non si è spenta, si aggiungono i mugugni post-elezioni. Carla Sapino spiega le ragioni dell’Aventino tricolore: “Siamo assenti nelle città”

Andrea Cascioli 24/12/2024 18:00

Niente baci sotto il vischio nel Natale di Fratelli d’Italia, dove il clima ovattato e cordiale delle feste non sopisce i malanimi tra le due correnti. Quella del coordinatore provinciale William Casoni ha dalla sua una larga maggioranza del partito, ma il malcontento raccolto attorno al “clan” Barbero-Invernizzi e allo storico dirigente Paolo Chiarenza - una vita nella destra, dai primordi del Msi a FdI - ha dimensioni non trascurabili.
 
Ormai un anno fa si era tenuto il congresso che aveva sancito la riconferma - senza avversari - dell’ex vicepresidente della Regione Piemonte. Un’assise contestatissima dalla minoranza interna per via dell’esclusione di oltre 150 iscritti, i cui nominativi non erano stati inseriti negli elenchi dei votanti trasmessi da Roma. Metà dei ricusati avrebbero dovuto votare proprio nel seggio di Cuneo, dove gli “invernizziani” spendevano la candidatura più forte, quella del sindaco di Valdieri Guido Giordana.
 
Roma ha ratificato solo nel novembre scorso il direttivo, entrato in carica ieri (23 dicembre). Le uniche esponenti della corrente di minoranza a farne parte sono Federica Barbero Invernizzi (di diritto, in quanto consigliera regionale) e l’avvocato saviglianese Carla Sapino, eletta. Quest’ultima però ha rassegnato le sue dimissioni prima ancora di insediarsi. Le ragioni sono esposte in una lettera, inviata in forma privata dalla scrivente ai vertici del partito ma poi trapelata, per vie traverse, sulle varie chat. Nella missiva - che abbiamo ottenuto da una “gola profonda” - si menziona il risultato congressuale “viziato ab origine” come causa scatenante, ma non unica, del dissidio. “Se gli aventi diritto (perché in regola coi pagamenti nei termini stabiliti dai regolamenti congressuali) avessero espresso la propria opinione, l’esito della votazione in merito ai dirigenti del Coordinamento, sarebbe stato ben differente” scrive l’avvocato.
 
Sapino rivela che un tentativo di sanare la contrapposizione nei mesi scorsi c’è stato, offrendo agli invernizziani tre o quattro posti nel direttivo: “Tale proposta è stata recisamente respinta in quanto non si trattava di avere una carica dirigenziale, bensì di una questione politica”. La questione politica riguarda tre punti, che i frondisti così enumerano: “immobilismo politico pressoché totale”, “assenza totale nei grandi comuni cuneesi” (“nessuna delle sette sorelle può vantare di avere un sindaco appartenente al partito”, si fa notare), “insufficienze palesi sul piano organizzativo”. Un cahier de doléances in piena regola: “I presidenti dei circoli non si conoscono fra loro. Stesso discorso vale nei confronti degli iscritti”. E ancora: “I membri del coordinamento provinciale non sono a conoscenza di chi siano e di quale attività svolgano gli incaricati dei dipartimenti provinciali”.
 
La polemica non risparmia le ultime elezioni provinciali. Si critica il fatto che “il vertice locale ha deciso di spingere un unico candidato (nonostante le richieste avanzate) e senza un confronto né col territorio né con buona parte dei sindaci e consiglieri comunali”. Va detto che la strategia ha pagato sul piano elettorale - con l’elezione del “prescelto” Rocco Pulitanò - ma ha anche mostrato persistenti debolezze sul territorio, tenuto conto che Fratelli d’Italia ha avuto meno preferenze dagli amministratori rispetto alla Lega (esclusa dal Consiglio provinciale perché penalizzata dalla dispersione dei voti).
 
Le tensioni nei circoli non mancano: da Saluzzo e Mondovì, commissariati, fino a Fossano, dove la fiamma si è spaccata tra favorevoli e contrari alla linea del sindaco Tallone nella seduta dedicata al bilancio. A Savigliano gli invernizziani hanno lanciato solo la scorsa settimana un’associazione culturale, presieduta dalla stessa Sapino, che punta con ogni evidenza a fare da think tank della componente: ne fanno parte i fratelli Ambrogio e Pierantonio Invernizzi, l’ex sindaco di Boves Maurizio Paoletti, Giordana e l’ex esponente saluzzese di An Luigi Finiguerra. Il nome dell’associazione è “Panta rei”, eco del motto eraclitiano traducibile con “tutto scorre”. Ma quel che vale per la filosofia non vale per forza in politica, sia detto.

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