CUNEO - ‘Perché il decreto flussi non è ancora stato approvato?’: Taricco interroga Lamorgese in Senato

Il provvedimento annuale stabilisce le quote di stranieri da ammettere in Italia per motivi di lavoro: ‘Siamo in ritardo rispetto alle esigenze del settore agricolo’

26/06/2020 09:17

 
Il senatore del Partito Democratico Mino Taricco, insieme ai colleghi Roberta Pinotti, Paola Boldrini, Francesco Verducci, Valeria Fedeli, Monica Cirinnà, Gianni Pittella, Luciano d’Alfonso, Tatiana Rojc, Alessandro Alfieri, Bruno Astorre, Vito Vattuone, Dario Stefano, Daniele Manca, Andrea Ferrazzi e Assuntela Messina, ha sollecitato il ministro dell’Interno Lamorgese sull’approvazione del decreto flussi 2020 “per permettere l’arrivo nel nostro Paese di lavoratori stranieri formati, un’importante risorsa - seppure non risolutiva - per l’intero comparto agricolo”.
 
Il decreto flussi del presidente del Consiglio dei ministri è un provvedimento annuale che dovrebbe essere emanato ogni anno entro novembre dell’anno precedente, per stabilire le quote di ingresso di cittadini stranieri non comunitari da ammettere nel territorio italiano per motivi di lavoro subordinato, autonomo e stagionale o convertire i permessi di soggiorno già posseduti.
 
Specifica il senatore Taricco: “Il decreto flussi ha permesso, nei vari anni, l’ingresso nel nostro Paese anche di lavoratori che avevano completato programmi di formazione nel Paese di provenienza e lavoratori che avevano già svolto mansioni similari, quindi in ogni caso lavoratori maggiormente preparati e professionalizzati. Purtroppo, già in passato - solo per ricordare: a luglio nel 2006, a maggio nel 2015 o addirittura a novembre dello stesso 2012, o anche nello stesso 2019 a marzo -, il decreto flussi è stato emanato molto in ritardo rispetto alle esigenze dei settori, in particolare quello agricolo”.
 
Ad oggi, ricorda l’esponente dem cuneese, il decreto 2020 non è stato ancora emanato: “Pur comprendendo le complessità legate alla emergenza Covid-19, siamo a sollecitare questo provvedimento, perché le imprese del comparto primario necessitano di tale apporto lavorativo fondamentale per il buon andamento dell’annata agraria soprattutto nell’avanzare delle campagne di raccolta”.

c.s.

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