CUNEO - Politica, dopo l’incarico nelle Acli Loris Marchisio lascia Centro per Cuneo

Il consigliere comunale passa al gruppo misto di maggioranza: ''Giusto essere equidistante da partiti e liste civiche''

Loris Marchisio

Samuele Mattio 10/11/2020 13:19

 
Il consigliere comunale Loris Marchisio abbandona Centro per Cuneo per passare al gruppo misto. La decisione verrà ufficializzata nel prossimo Consiglio comunale del capoluogo, in programma a fine mese. 
 
Nessun terremoto politico, precisa lui stesso, ma una decisione maturata per ragioni di opportunità: “Da qualche giorno ricopro un incarico nella presidenza delle Acli, mi sembra giusto essere equidistante da partiti e liste civiche”, spiega Marchisio, precisando che si tratta di una “scelta personale”, non richiesta dall’associazione di promozione sociale fondata da Achille Grandi nel 1944.
 
Nei giorni scorsi è stato eletto nel Consiglio di presidenza delle Acli di Cuneo, dove ricopre il ruolo di segretario. Marchisio, 40 anni, dipendente Valeo, è nel consiglio provinciale delle Acli da otto anni, da tre è presidente dell’associazione ‘Uscire Insieme Onlus’ che opera sull’intero territorio nazionale e si occupa principalmente di accoglienza tramite progetti SPRAR (compreso il reperimento edifici abitativi) e dell'assistenza anziani. “È il secondo motivo che mi ha indotto a una riflessione”, aggiunge.
 
Eletto nel 2017 con la lista civica ‘Centro per Cuneo’ con 250 voti, Marchisio, già consigliere nel mandato 2007-2012, rinnova l’appoggio al sindaco: “Mi identifico completamente nell’operato di Federico Borgna, ma - ribadisce il consigliere - ho ravvisato la necessità di tenere miei i ruoli distinti”. 
 
Si tratta del terzo passaggio al gruppo misto in questo mandato amministrativo, il primo in maggioranza. Prima di lui erano stati l’ex Moderati Alberto Coggiola e l’ex Forza Italia Massimo Garnero, che successivamente hanno costituito il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. 
 
Dal prossimo Consiglio comunale il gruppo Centro per Cuneo passerà da sette a sei consiglieri, lasciando al solo Partito Democratico (sette elementi n.d.r.), la palma di gruppo più numeroso del parlamentino di via Roma. 
 

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