CUNEO - Referendum sulla giustizia, ha votato soltanto un italiano su cinque: il quorum resta una chimera

In provincia di Cuneo affluenza alle urne superiore rispetto al resto d'Italia grazie al traino delle amministrative, ma anche nella Granda è flop

Samuele Mattio 13/06/2022 09:27

È stato il referendum meno partecipato di sempre. I cinque quesiti lanciati da Lega e Radicali per riformare la giustizia non ha toccato la pancia degli elettori: a livello nazionale si sono recati alle urne, in media, il 20,93% degli aventi diritto, un dato che peggiora di oltre due punti il precedente record negativo (il 23,3% alla consultazione sulla legge elettorale nel 2009). Il quorum del 50% degli elettori più uno, necessario per la validità del voto, resta una chimera, peraltro a una distanza molto maggiore di quella ipotizzata dai sondaggi nazionali. Ha votato solamente un italiano su cinque.
 
In provincia di Cuneo è andata meglio, ma il quorum resta a distanza siderale. Nei 247 comuni della Granda, trainati dalle elezioni amministrative in 19 centri, tra cui Cuneo, Savigliano e Mondovì, hanno votato il poco più del 26% degli aventi diritto. Il quorum è stato raggiunto solamente nei paesi in cui si andava al voto per il rinnovo di sindaco e Consiglio comunale. Il picco lo si è registrato ad Argentera, dove il numero degli elettori ha superato l’80%. Anche in questo caso il dato è “drogato” dalle comunali. Alle urne si presentava una sola lista a supporto del primo cittadino uscente Monica Ciaburro ed era necessario raggiungere il quorum del 40% perché le elezioni fossero valide. Il dato peggiore a Castelmagno, in alta val Grana, dove hanno espresso la loro opinione sui quesiti solo l’8% degli elettori. A mezzogiorno nessuno si era ancora presentato ai seggi.
 
Le tendenze della Provincia sono in linea con il dato nazionale: i risultati peggiori li hanno collezionati i due quesiti più tecnici, l’abolizione delle 25 firme per candidarsi al Csm e quello sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari: entrambi al 26,17% nella Granda e al 20,92% in Italia. A seguire separazione delle funzioni dei magistrati e il divieto di applicazione di misure cautelari, tutti e due al 26,19% in provincia e al al 20,93% nel Belpaese. Il più votato è stato il quesito sull’abrogazione del decreto Severino con il 26,22% (20,95% a livello nazionale).
 
Quando sono state scrutinate 61.220 sezioni su 61.562 i risultati, seppur ininfluenti, sono i seguenti:
 
Incandidabilità dopo condanna: SI 54,02% - NO 45,98%.
Limitazione misure cautelari: SI 56,18% - NO 43,82%.
Separazione funzioni dei magistrati: SI 74,10% - NO 25,90%.
Membri laici consigli giudiziari: SI 72,03% - NO 27,97%.
Elezioni componenti togati CSM: SI 72,90% - NO 27,40%.
 
Definitivo il dato della provincia di Cuneo, dove sono state scrutinate tutte le 688 sezioni:
 
Incandidabilità dopo condanna: SI 53,07% - NO 46,93%.
Limitazione misure cautelari: SI 55,04% - NO 44,96%.
Separazione funzioni dei magistrati: SI 73,58% - NO 26,42%.
Membri laici consigli giudiziari: SI 71,75% - NO 28,25%.
Elezioni componenti togati CSM: SI 71,46% - NO 28,54%.

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