Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio Direttore,
la presidente di FdI Giorgia Meloni ha sostenuto a suo tempo alla Camera di votare “Sì” al referendum sulla riduzione dei parlamentari. Beninteso, doveva essere un provvedimento propedeutico a ben altre sostanziali riforme: nuova legge elettorale (con premio di maggioranza alla coalizione vincente e magari con il ripristino della facoltà da parte dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti), abolizione del bicameralismo perfetto esistente nel Parlamento (Quando avremo la rappresentanza delle categorie e delle professioni, oltre a quelle degli esponenti di partito?), presidenzialismo (E’ necessaria l’elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte del popolo non condizionato dai partiti, che comporti unità decisionale e governo autorevole e stabile).
Adesso le cose sono cambiate: nessun proposito di riforma costituzionale è stato avanzato. Perfino tra le forze di governo regna la confusione sugli obiettivi da indicare e la contraddizione di propositi. Ci si rende conto che questo referendum è una riforma pretestuosa che lascerà tutto come prima. Allora come militante di Destra sostengo che votare “NO” significa - assieme all’esito antigovernativo delle imminenti elezioni regionali – dare un colpo mortale al governo Conte di centrosinistra. Come bocciando nel 2016 il referendum voluto da Renzi, lo abbiamo mandato a casa, utilizziamo questo voto referendario per sconfiggere definitivamente Conte, il Pd e i 5Stelle .
Paolo Chiarenza, Busca