A guardarli nel complesso, i numeri delle ultime elezioni regionali in provincia di Cuneo non lasciano nessuno spazio alle interpretazioni. Il successo della coalizione di Cirio - mai in discussione, nemmeno prima della campagna elettorale - ha proporzioni schiaccianti. Se cinque anni fa il centrosinistra, già staccato di 25 punti (ora sono addirittura 40) poteva almeno consolarsi con la buona tenuta di Cuneo città, stavolta perfino il capoluogo ha voltato le spalle agli sconfitti: qui la sfida tra Cirio e Pentenero è finita 48,6% a 42,6%.
Ci sono però alcuni dati da tenere a mente, specie se ci si interroga - qualcuno,
come il consigliere cuneese Boselli, ha già iniziato a farlo - su quanto il voto in Regione potrebbe influire sulle dinamiche cittadine. Il più sorprendente, forse, riguarda l’insperata vittoria dell’ala dem sull’area centrista, in quella sorta di “braccio di ferro” che si era instaurato con la discesa in campo di
Maria Laura Risso - consigliera di maggioranza - nelle truppe di Cirio. Il Pd aveva risposto candidando
Franca Giordano, ex assessore del Centro con Borgna, e opponendo l’accoppiata Calderoni-Giordano al duo Gallo-Risso. Ebbene la Giordano in città, con 1.422 preferenze, ha stracciato non solo Risso (330) ma addirittura Gallo (776), recordman di preferenze di questa tornata. Insieme al compagno di cordata
Mauro Calderoni (1.110 voti), è l’unica a superare quota mille. Per contro, il risultato non entusiasmante della Risso - che aveva preso 148 preferenze alle comunali - mostra che nel gruppo centrista la scelta pro-Cirio dei consiglieri non è condivisa dagli esponenti della giunta.
L’altro fatto di rilievo è che il risultato nelle sette sorelle è molto più frastagliato rispetto a cinque anni fa.
Non c’è più il dominio monolitico di un partito, la Lega, che aveva messo (quasi) tutti in riga da Argentera a Santo Stefano Belbo, con percentuali bulgare. Questa volta, oltre a riprendersi Cuneo (con il 28%, contro il 22,4% di FdI) il Pd è primo partito a Saluzzo (32,5%, merito dell’effetto Calderoni), a Savigliano (28,1%), a Fossano (23,3%), a Bra (23%) e - di nuovo - ad Alba (32,6%), dove distanzia anche la lista Cirio al 31,4%. Resta fuori Mondovì, dove il confronto è tutto interno al centrodestra ed è anch’esso indicativo. Malgrado il sostegno di Robaldo e Costa a Cirio, infatti, sotto il Belvedere il partito più votato è Fratelli d’Italia e il candidato di punta è il villanovese
Paolo Bongioanni, che prende 598 voti.
Attesissimo, ma clamoroso nelle proporzioni, è il risultato di Marco Gallo nella sua Busca: da sindaco uscente prende 2.192 voti personali e trascina da solo la lista al 53,3%. È addirittura di più di quanto riesce a fare Calderoni a Saluzzo (1.850 preferenze) e inferiore solo al risultato che Maurizio Marello porta a casa ad Alba (2.646 preferenze), giovandosi però di una base elettorale tre volte più grande di quella buschese. A parte il “Kaimano” Bongioanni e il forzista Franco Graglia (nella sua Cervere passa da 217 a 238 voti), gli altri uscenti sono meno “profeti in patria” di cinque anni fa: vale per lo stesso Marello, che ad Alba scende di quasi 400 voti rispetto ai 3.035 della volta scorsa. Più ancora per i leghisti Paolo Demarchi a Saluzzo (da 503 a 398), Matteo Gagliasso a Savigliano (da 604 a 400) e perfino Luigi Genesio Icardi a Santo Stefano Belbo, che pure mette nel carniere 829 preferenze (ma la volta scorsa furono 1.376). L’altro albese, Ivano Martinetti del Movimento 5 Stelle, scende da 153 a 111 preferenze.
Tra i risultati più ragguardevoli degli altri candidati si segnalano quelli ottenuti a Fossano da Ivana Borsotto del Pd (1.017 preferenze) e Simona Giaccardi della Lega (794): sono le più votate in città, ma non basta per il seggio. Identico destino quello del campione di Cirio ad Alba, Daniele Sobrero (1.184 voti), e di Roberto Russo di Fratelli d’Italia a Bra, con 524 voti: la volta scorsa, però, furono 561.