Alla fine nella “lista di Cirio” Claudio Sacchetto ci dovrebbe entrare per davvero. Non si tratta, beninteso, del contrassegno che porta il nome del presidente langhetto, quello di Piemonte Moderato e Liberale, dove pure in un primo tempo si era parlato di dirottare l’ex assessore regionale leghista.
Il suo nome però dovrebbe essere, salvo clamorosi imprevisti, tra i dieci del listino che il presidente eletto ha diritto di portare con sé a palazzo Lascaris, senza passare per la sfida delle preferenze. Secondo gli accordi tra i partiti del centrodestra Fratelli d’Italia avrà cinque nominativi su dieci, tre la Lega e due Forza Italia: il listino sarà consegnato solo nella giornata di sabato. Si sa che l’altro nome cuneese, blindatissimo, è quello dell’europarlamentare leghista Gianna Gancia, la cui precedente candidatura in Regione - dieci anni fa - fu la causa dell’addio di Sacchetto al Carroccio: paradossi della politica.
Così i “fratelli” cuneesi sono riusciti a trovare una soluzione onorevole per assicurare una corsa senza incidenti agli esponenti di più lunga militanza - in testa il capogruppo uscente Paolo Bongioanni, che stavolta mira dritto a un assessorato -, evitando di estromettere l’imprenditore agricolo e la sua dote di consensi. Il possente (in tutti i sensi) Guido Crosetto, regista insieme al suo proconsole piemontese Fabrizio Comba dell’avvicinamento di Sacchetto alla fiamma, ne esce bruciacchiato: avrebbe preferito che il “suo” candidato si pesasse sulle preferenze. Anche dalle parti di Moretta, dove Federica Barbero Invernizzi corre sia per Strasburgo che per Torino, si contava molto sul traino della doppia preferenza. Niente da fare.
L’eventualità che Fratelli d’Italia elegga due consiglieri è comunque una ragionevole certezza, motivo per cui la competizione per il secondo posto sarà accesa. Oltre a Barbero, moglie di uno dei tre fratelli che gestiscono il colosso lattiero-caseario Inalpi, se la giocano il coordinatore braidese Roberto Russo (ex assessore provinciale, da sempre nell’orbita del leader provinciale William Casoni), il peveragnese Enzo Tassone (allevatore e vicepresidente del Miac, anche lui come Russo proveniente da An dove gravitava nella componente identitaria di Paolo Chiarenza) e la “chimica d’alta quota” Elisa Tarasco, new entry della politica, che ha lasciato la natia Torino per aprire un laboratorio di erbe officinali a Crissolo.
A proposito del listino, sembrano ormai tramontate del tutto le speranze di ripescaggio del capogruppo cuneese Massimo Garnero, “fratello” per antonomasia visto il vincolo di parentela che lo unisce a Daniela Santanchè. Prima delle due richieste di rinvio a giudizio nei confronti della sorella, oggi traballante nel suo ministero del Turismo, la promozione in Regione era data quasi per certa.