Lo si sapeva già da settimane, se non proprio da mesi, ora però c’è tanto di mail d’invito alla stampa: appuntamento in via Arturo Colautti 7 a Torino, presso la sede del Movimento 5 Stelle. Sabato alle 15,30 si conoscerà la candidatura dei pentastellati alla presidenza della Regione Piemonte.
È annunciata la presenza di tutto lo stato maggiore: l’europarlamentare Tiziana Beghin, i parlamentari Elisa Pirro, Chiara Appendino e Antonino Iaria, la coordinatrice del Comitato Nazionale Territori, Susy Matrisciano, i consiglieri regionali Sarah Disabato, Ivano Martinetti e Sean Sacco. Ancor più annunciato era l’esito della trattativa, estenuante, condotta per mesi tra la delegazione dei 5 Stelle e quella del Pd. Un minuetto incominciato con l’idea - la speranza, più che altro - di legare la Sardegna al Piemonte, cioè il sostegno alla pentastellata Alessandra Todde sull’isola con quello a un candidato dem in terra subalpina. Tra discese ardite e risalite la telenovela è andata avanti incagliandosi su questioni molto locali, come il contestato progetto per un nuovo ospedale torinese al parco della Pellerina.
Sembrava già allora che i contiani cercassero una buona scusa per dire no al “campo largo”, una suggestione attraente in altri lidi ma che Chiara Appendino, dea ex machina del movimento in Piemonte, non ha mai fatto mistero di non volere. Dopo l’idillio sardo è venuto l’Abruzzo e il suo brusco ritorno alla realtà: di solo “campo largo” non si vince, possono dire (con ragione) quelli che la trattativa non volevano neanche cominciarla. La povera Gianna Pentenero, chiamata in corsa a rimettere assieme i cocci del Pd, ci aveva provato ancora ieri: “Fino al giorno in cui si presentano le liste il margine è aperto e io rinnovo l’appello a chi interpreta il M5S sul nostro territorio, all’onorevole Appendino e al presidente Conte, perché credo si sia girata una pagina e dobbiamo trovare le modalità con cui scrivere una pagina nuova e vorrei che fosse su temi che possono essere condivisi”. Voce di una che grida nel deserto, appunto.
Tanto per mettere ulteriormente le cose in chiaro, assieme all’invito per l’incontro torinese è arrivata una nota dei consiglieri regionali M5S in cui si spara a zero sull’Orecol, l’organismo regionale per il controllo collaborativo: definito “un poltronificio, con zero effetti positivi per i cittadini piemontesi” e anche “una pessima idea di Cirio e del centrodestra, sposata con entusiasmo anche dal Partito democratico”. “Sono tante - aggiungono i pentastellati - le occasioni che questa giunta e il Pd hanno avuto per lavorare nell'ottica di offrire maggiore trasparenza ai cittadini piemontesi. Pensiamo, ad esempio, alle opache vicende che hanno interessato Finpiemonte. Invece hanno preferito istituire un nuovo carrozzone”.
Come a dire: cari piddini, il candidato non c’è ancora, ma la campagna elettorale è già iniziata. À la guerre comme à la guerre.