Anche in provincia di Cuneo è nato un nuovo comitato locale di Possibile, partito di sinistra fondato da Giuseppe Civati nel 2015 e oggi guidato dalla Segretaria Beatrice Brignone. La Granda ha visto ricostituirsi l'organizzazione locale, riunendo nel comitato nuovi iscritti provenienti da diverse zone della provincia (Cuneo, Saluzzo, Bra, Mondovì in primis). Si legge nel comunicato stampa diffuso in mattinata: "Attualmente Cuneo Possibile sta già lavorando per declinare sul territorio provinciale le numerose battaglie portate avanti dall’organizzazione nazionale, con particolare attenzione ai temi dell’ambientalismo, del trasporto sostenibile, delle aree interne, dei migranti e del lavoro stagionale in agricoltura".
"Il tema della tutela ambientale – afferma il neo-portavoce Gabriele Rosso, consigliere comunale a Tarantasca – trainerà tutti gli altri. D’altronde la Granda sembra non aver imparato la lezione che il cambiamento climatico ci sta impartendo. Pur essendo la provincia piemontese a più spiccata vocazione agricola, e quindi su un piano ideale fortemente interessata dalle sorti della crisi climatica in atto, le istituzioni locali sembrano ancora legate a modelli di sviluppo obsoleti, “da anni Ottanta”".
"Negli ultimi mesi - si legge ancora nel comunicato - le grandi opere che il governo nazionale, quello regionale e gli amministratori locali hanno messo sul tavolo cuneese hanno dimostrato quanto gli interessi economici particolari e la vecchia politica fondata sul bieco sfruttamento del territorio siano ancora saldamente nella stanza dei bottoni: i progetti per il completamento della Cuneo-Asti, per la realizzazione del polo logistico piemontese ipotizzato a Mondovì, per la tangenziale di Cuneo e per il biodigestore di Borgo San Dalmazzo parlano chiaro e prefigurano un quadro in cui l’odierna crisi ambientale non ha alcun peso a livello strategico, progettuale e decisionale. Tutte le risposte date in relazione a queste grandi opere parlano la lingua del profitto immediato di pochi e del cemento, mentre la parola sostenibilità applicata ai trasporti, all’agricoltura e ai modelli di sviluppo (anche turistici) delle aree interne è quasi sempre un fragile e poco credibile specchietto per le allodole".
"Come Cuneo Possibile – continua Rosso – chiediamo quindi e fin da subito un radicale cambio di passo su mobilità, agricoltura e montagna, chiediamo di mettere in cima all’agenda delle grandi opere provinciali la difesa delle istanze ambientali, chiediamo di dare ascolto alle giovani generazioni che reclamano spazio e considerazione. Ma non solo: chiediamo anche risposte dignitose e non emergenziali alla questione degli stagionali della frutta nel cuneese-saluzzese, auspichiamo un nuovo protagonismo femminile nei principali enti di rappresentanza e di governo del territorio, e difendiamo l’eredità antifascista della Granda, provincia protagonista assoluta della Resistenza. Infine, in un momento in cui in tanti Comuni si stanno “scaldando i motori” in vista di ormai prossime elezioni amministrative, chiediamo di mettere in prima fila l’elaborazione di una visione condivisa di sviluppo e sostenibilità per la nostra provincia, che sia faro di un’azione coordinata sul territorio. Più di un'alleanza elettorale serve un gruppo di lavoro coeso, in ragione di un sistema di valori condiviso, che operi in maniera continuativa al di là delle ricorrenze elettorali. In quest’ottica, per una volta, proviamo a lasciare un passo indietro la solita gara sui volti e sui nomi da calare dall’alto".