“Chiamiamo a raccolta tutti gli antirazzisti cuneesi, per dare a questo politico assenteista e bugiardo l'accoglienza che merita e sbugiardare le bufale che spaccia per proposte politiche”. Questo l'invito di 'Cuneo Città Aperta' alla cittadinanza per le 9,30 di sabato mattina (10 febbraio) all'angolo tra corso Dante e corso Nizza per contestare l'arrivo a Cuneo del leader della Lega, Matteo Salvini (alle 10.30 al Cinema Monviso, in via XX settembre). Il nome dato al presidio è "Cuneo è antirazzista e antifascista".
L'appuntamento è stato lanciato sulla pagina Facebook dell'associazione che, si legge nella sua descrizione, “punta a promuovere la partecipazione giovanile per diffondere una cultura di parità e non discriminazione, rafforzando l’integrazione sociale dei giovani nella provincia di Cuneo”. Tra gli altri, hanno annunciato la loro partecipazione al presidio Simone Borio, candidato di Potere al Popolo alla Camera nel collegio uninominale di Cuneo, l'ex consigliere regionale M5S e sindaco di Gaiola, Fabrizio Biolè e Nello Fierro, già candidato sindaco della Cuneo per i Beni Comuni, attualmente consigliere comunale.
In corso Dante ci sarà anche Fabio Panero, segretario regionale di Rifondazione Comunista, che ha spiegato le motivazioni che lo spingono a partecipare: “Penso sia importante che Cuneo, a forte tradizione democratica e antifascista faccia sentire la propria voce contro il razzismo dilagante”. L'ex consigliere comunale di Cuneo è sempre attivo per far conoscere le iniziative del proprio partito: “Stamattina ero a fare volantinaggio al Donatello, l'invito è a superare questa passività, siamo arrivati al punto in cui la gente spara per strada. Penso che sia il momento di smetterla con questo clima di intolleranza, con forze razziste e neofasciste che soffiano sull'odio e dicono caxxxte. Chi semina vento raccoglie tempesta. Ho molta più paura di uno in giacca e cravatta che di uno che arriva scalzo nel mio paese. Lega e Casapound soffiano sulla cenere per ottenere quattro voti in più”.
Flavio Gastaldi, candidato del centrodestra alla Camera nel collegio uninominale di Cuneo risponde con forza: “Sono poveretti figli di papà che si dichiarano di sinistra quando questa ha abdicato al suo ruolo, rinnegando i propri valori storici. Dov'erano quando noi contestavamo il Jobs Act? Lo scontro sociale derivato da quest'integrazione forzata sta esasperando il paese”. Il leader piemontese dei Giovani Padani non le manda a dire: “Se loro sono fermi al fascismo e all'antifascismo significa che sono fuori dalla realtà. La battaglia di oggi è tra globalisti e chi difende la nostra gente”.