C’è davvero “troppa facilità negli allontanamenti familiari” in Piemonte, rispetto alle altre regioni? Il sospetto l’ha adombrato qualche settimana fa l’assessore regionale alle Politiche per la famiglia, la leghista Chiara Caucino, preannunciando una stretta sugli affidi dei minori.
Un allarme ingiustificato, obietta il gruppo consiliare del Pd di Cuneo, che ha presentato un’interpellanza nell’ultima seduta del Consiglio comunale. “Ci chiediamo se effettivamente esista un abuso di questo strumento o se non sia questo un altro caso di uso propagandistico dei minori” attacca il consigliere Simone Priola, prima di snocciolare i numeri relativi al ricorso all’affido.
I dati dell’assessorato regionale alle Politiche sociali e abitative documentavano a fine 2017 un totale di 1397 minori in affidamento, in calo rispetto ai 1746 del 2015. Di questi, ben 1125 allontanamenti dal nucleo familiare di origine sono stati disposti dall’autorità giudiziaria: “Appare dunque ingiustificato - secondo i consiglieri dem - l’allarme sollevato dall’assessore Caucino in merito a un sospetto eccessivo ricorso, da parte dei servizi sociali piemontesi, agli allontanamenti familiari”.
“Gli slogan hanno profondamente ferito il mondo degli operatori e creato difficoltà” denuncia l’assessore comunale alle Politiche sociali Patrizia Manassero, evocando la vicenda giudiziaria di Bibbiano: “Nessun singolo operatore può ‘portare via’ un bambino e solo in presenza di abusi gravi fisici o sessuali si arriva all’allontanamento, che è - giustamente - l’incubo di tutti”.
Manassero ha inoltre riepilogato le statistiche più rilevanti sugli affidi familiari nella città di Cuneo, che conta tra i suoi abitanti circa 9mila minorenni. Sono stati 128 nel corso del 2018 i bambini e gli adolescenti presi in carico dai servizi sociali per maltrattamenti, abusi o incuria: 6 di loro sono stati assistiti in seguito a segnalazioni di maltrattamenti fisici, 33 per casi di ‘violenza assistita’ (cioè per aver assistito a frequenti atti di violenza in casa), 14 per maltrattamenti psicologici. Nessuno, invece, per casi di violenza sessuale.
Seguendo una tendenza generale, si segnala un sempre maggiore aumento di richieste (42) provenienti dall’autorità giudiziaria, mentre in 24 casi la segnalazione è arrivata da un membro della famiglia, in 11 casi dalla scuola, in 9 casi dall’ospedale, in 4 casi da medici o pediatri di famiglia. Per 80 bambini sono stati disposti 19 affidamenti eterofamiliari, 13 affidamenti intrafamiliari, 7 affiancamenti, 17 inserimenti in comunità per minori e 24 in comunità mamma-bambino.
“Il problema è molto delicato e condizionato da un grave fatto di cronaca come quello di Bibbiano” concorda l’esponente dell’opposizione di destra Beppe Lauria. Per Lauria, tuttavia, non è da stigmatizzare l’intento della Regione di analizzare il sistema degli affidi come è stato fatto anche attraverso l’istituzione di una commissione di indagine: “Nel sistema Bibbiano sono stati coinvolti anche soggetti appartenenti alla comunità piemontese: non si tratta di una caccia alle streghe”.