Nelle ore successive allo spoglio delle schede delle elezioni per la Regione Piemonte il presidente uscente Sergio Chiamparino aveva preso atto della sconfitta annunciando: "Confermo la rinuncia al seggio che mi verrà assegnato in quanto candidato classificato al secondo posto, come segnale di assunzione piena di responsabilità, in modo da lasciare spazio ai nuovi eletti, senza condizionamenti del passato". Parole che hanno lasciato poco spazio alle interpretazioni e sono state immediatamente riprese dai giornali come un addio alla politica.
A stretto giro di posta, il neopresidente Alberto Cirio, dopo una campagna elettorale in punta di fioretto, aveva rinnovato lo scorso giovedì 30 maggio la mai celata stima per il governatore uscente con queste parole: “Mi auguro che ci ripensi – aveva detto in un vero e proprio appello -. Per progettare il futuro di questa regione è indispensabile il contributo di tutti e l’esperienza di una persona come Sergio Chiamparino è fondamentale”.
Onore delle armi? Non solo. È probabile che il 'Chiampa' non ammetterà mai di aver ceduto alle lusinghe del suo successore, nonostante non abbia mai nascosto una sincera simpatia personale, ma sta nei fatti che l'ex presidente avrebbe effettivamente deciso di non abbandonare il seggio conquistato a palazzo Lascaris, almeno non subito.
“Sono felice di entrare nel Consiglio regionale del Piemonte. Vi porterò i valori e gli obiettivi politici di +Europa, lavorerò per un Piemonte Regione d'Europa” aveva improvvidamente dichiarato l'editorialista de 'La Stampa' Elena Loewenthal, evidentemente più avvezza agli eleganti salotti letterari che al sottobosco della politica, dove gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. La donna era candidata anche nell'elenco proporzionale cuneese, dove ha raccolto 92 voti.
Già, se Chiamparino si fosse dimesso sarebbe toccato alla scrittrice candidata con il partito di Emma Bonino subentrare al presidente uscente, ma il detto popolare 'Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio' è da tenere in considerazione quando si tratta di poltrone. Tanto più se a dover rinunciare al trono è un mostro sacro della sinistra piemontese come Sergio Chiamparino.
La conferma di quanto fatto trapelare dagli ambienti della sinistra piemontese è arrivata nel pomeriggio di oggi, martedì 11 giugno, in una nota del PD piemontese che racconta di una 'disponibilità a restare in Consiglio Regionale (da parte di Chiamparino n.d.r.), aderendo al gruppo del Pd per una fase di accompagnamento della quale verrà definita, in seguito, la durata”. Insomma, l'ex presidente resta in sella a furor di partito, mentre la Loewenthal resta... col cerino in mano (fino a data da destinarsi).