Come avevamo anticipato stamattina, è bastato mettere a posto la casella della sanità per risolvere, a catena, il Tetris della giunta che affiancherà Alberto Cirio nel secondo mandato. Sfumata presto l’ipotesi di un tecnico, accantonata ancor prima l’eventualità di cedere l’assessorato più pesante a un partito diverso da Fratelli d’Italia, si è assistito a un testa a testa tra due accreditati che volevano entrambi schivare la grana:
Domine, non sum dignus, hanno risposto in coro
Maurizio Marrone ed
Elena Chiorino, per la verità ambedue molto più interessati ad altre deleghe e soprattutto alla vicepresidenza (considerata incompatibile, per
bon ton politico, con un assessorato che già di suo vale il grosso della spesa regionale). Alla fine la croce se l’è caricata il lanciatissimo ex
enfant prodige di Casale Monferrato,
Federico Riboldi, che pure avrebbe preferito l’agricoltura.
L’operazione ha dato il via a un valzer degli scontenti, perché la delega sospirata da Riboldi è passata a Paolo Bongioanni, il quale “studiava” da cinque anni come assessore al turismo. Al turismo (e sport) andrà la vicesindaco di Novara Marina Chiarelli, sbucata dalle retrovie con un ottimo risultato personale. Mastica un po’ amaro anche Marrone, che voleva la cultura e la vicepresidenza: riavrà invece la delega al welfare. La vicepresidenza - con le deleghe al lavoro e all’istruzione, confermate - la porta a casa la biellese Chiorino, per la soddisfazione del suo mentore, il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro.
La Granda torna ad avere due assessori in giunta, come da buona tradizione nei tre mandati precedenti il Cirio I (ovvero le presidenze Bresso, Cota e Chiamparino). Oltre al “Kaimano” di FdI c’è infatti l’attesissimo Marco Gallo, recordman di preferenze locale in questa tornata: anche per lui è stato designato un assessorato con competenze molto “cuneesi”, ovvero la montagna. Il secondo ingresso dalla lista Cirio è Gian Luca Vignale, ex aennino torinese, poi braccio destro del governatore langhetto, trombato per 23 voti appena: il premio di consolazione, se così si può dire, è la delega al personale.
Forza Italia e Lega vedono a loro volta promossi due esponenti a testa: per gli azzurri sono Andrea Tronzano e Marco Gabusi nei ruoli che già avevano, ovvero rispettivamente assessore al bilancio e ai trasporti. Il Carroccio piazza - grazie ai buoni uffici del conterraneo Riccardo Molinari - il presidente della provincia di Alessandria Enrico Bussalino, con deleghe ancora incerte (dovrebbero essere incentrate sull’autonomia regionale e gli enti locali), e ritrova il novarese Matteo Marnati all’ambiente, malgrado la mancata rielezione. Esclusi eccellenti sono l’astigiano Fabio Carosso (vicepresidente uscente) e il campione di preferenze sotto la Mole, Fabrizio Ricca, che paga il tracollo leghista a Torino.
La rappresentanza cuneese è più folta che mai a palazzo Lascaris, dove sono pronti ad accomodarsi ben otto consiglieri, numero record che eguaglia quello della legislatura 2005-2010. Gli eletti sono Giulia Marro (Alleanza Verdi e Sinistra) e Mauro Calderoni (Pd) in minoranza, Luigi Genesio Icardi (Lega) e Franco Graglia (Forza Italia) in maggioranza, cui si aggiungono - in subentro agli assessori - Daniele Sobrero (lista Cirio) e Federica Barbero Invernizzi (FdI). Poi c’è l’elenco del listino maggioritario, che porta all’ingresso in consiglio anche di Gianna Gancia (Lega) e Claudio Sacchetto (FdI), ripescato nell’ultimo posto utile. Rispetto al precedente mandato, oltre che più folta di due unità, la rappresentanza è anche più spostata verso Cuneo e meno su Alba, sia in giunta che in consiglio: un dato da annotare a margine, per quel che vale.