CUNEO - Totogiunta regionale, oggi è il giorno della verità?

Il responso della Meloni potrebbe sciogliere tutti i nodi (sanità inclusa). Nella Granda Gallo è in pole per un assessorato, l’incognita riguarda il destino di Bongioanni

Andrea Cascioli 19/06/2024 11:21

Quantus tremor est futurus, quando iudex est venturus. Per gli aspiranti assessori piemontesi il “giorno del giudizio” potrebbe essere proprio oggi. Si vocifera di un incontro risolutore, nel pomeriggio, nel quale la premier Meloni potrebbe sciogliere tutti i nodi che ancora restano. Compresa la casella da riempire in quello che in teoria - ma solo in teoria - è l’assessorato più ambito, ovvero la sanità.
 
In queste ore sarebbe in atto una sorta di corsa del gambero tra i due papabili “politici” più accreditati, ovvero gli uscenti di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ed Elena Chiorino. Entrambi esponenti dell’ala identitaria del partito (il torinese viene dalle barricate studentesche del Fuan, la biellese è fedelissima del sottosegretario Andrea Delmastro), entrambi in luce nell’ultimo quinquennio, uno alle Politiche sociali e l’altra al Lavoro, con deleghe sostanziose ma molto meno foriere di rischi rispetto alla vera “patata bollente”. La sanità assorbe i quattro quinti delle risorse regionali, ma è anche la prima linea del fronte. Ne sa qualcosa Luigi Icardi, che il ruolo lo ha ricoperto nello scorso mandato: “Dieci anni così ti portano alla tomba” ha detto in un’intervista, a proposito di un eventuale - e in realtà infattibile - bis.
 
Marrone e Chiorino, dicevamo. Entrambi interessati alla vicepresidenza, ma poco propensi a rischiare di logorarsi tra le incognite dell’edilizia ospedaliera e il piano di riduzione delle liste d’attesa. Guido Crosetto, si mormora, ha richiamato entrambi alla responsabilità: Fratelli d’Italia è il primo partito, ha detto, non esiste che abdichi alla nomina più importante.
 
L’altro grosso impiccio, per il partito della fiamma, riguarda la Granda. Il capogruppo della scorsa legislatura Paolo Bongioanni è confermato a suon di preferenze, ora deve decidere - insieme ai suoi - cosa fare da grande: l’ipotesi più accreditata è l’assessorato al Turismo, dove il “Kaimano” è il candidato naturale in forza della sua ultraventennale esperienza al vertice dell’Atl cuneese e degli strettissimi rapporti con il settore. Non è escluso, però, che possa riprendere anche questa volta la via di palazzo Lascaris, approdando sullo scranno più alto, quello di presidente del Consiglio regionale. È questione di vita o di morte per la prima esclusa, Federica Barbero Invernizzi: nella prima ipotesi subentrerebbe a Bongioanni in consiglio, nella seconda rimarrebbe “tra color che son sospesi”. In campagna elettorale il clima già teso tra il clan Invernizzi e il resto del partito (Bongioanni compreso) si è fatto ancora più pesante. Al punto che più di qualcuno mormorava che FdI avrebbe rinunciato volentieri al seggio supplementare nella Granda - tanto più che la contropartita non è disprezzabile - pur di tenere fuori la Barbero. Vedremo.
 
In quel gioco del jenga che si sta delineando all’ombra del grattacielo della Regione, la scelta di Bongioanni condiziona anche i destini degli altri due recordman del voto cuneesi, Marco Gallo della lista Cirio e Franco Graglia di Forza Italia. Se il “fratello” non facesse l’assessore, la nomina di Gallo sarebbe ancora più probabile, per una banale questione di rappresentatività territoriale. In quel caso, però, si complicherebbe molto il ritorno di Graglia alla vicepresidenza dell’assemblea, sempre per lo stesso motivo: due cuneesi ai vertici dell’ufficio di presidenza potrebbero essere troppi.
 
Lo schema generale prevede l’assegnazione di cinque posti a Fratelli d’Italia, dove è già certo della nomina, oltre a Marrone e Chiorino, l’ex sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi (forte di oltre 10mila preferenze, in predicato per l’agricoltura). Gli altri assessorati dovrebbero andare alla vicesindaco di Novara Marina Chiarelli e, appunto, a uno tra Bongioanni e il torinese Davide Nicco. Lega e Forza Italia reclamano ognuno tre posti ma dovranno accontentarsi di due: per il Carroccio è in pole il presidente della provincia di Alessandria Enrico Bussalino, sponsorizzato dal leader regionale Molinari, mentre l’altro incarico è conteso fra ben tre uscenti, l’astigiano Fabio Carosso, il novarese Matteo Marnati e il torinese Fabrizio Ricca. Fra gli azzurri altri due uscenti, Marco Gabusi da Asti e Andrea Tronzano da Torino, sgomitano per tornare, ma non è escluso che possa entrare in gioco un’esterna, l’ex deputata Claudia Porchietto. Pochi dubbi residui, come si diceva, circa l’ingresso in giunta di Gallo per la lista Cirio: a meno che all’ultimo non si reclami il posto da Torino per l’ex moderato Silvio Magliano, cosa che consentirebbe il ripescaggio del fidatissimo braccio destro del presidente Gian Luca Vignale (ma potrebbe avvenire comunque), o da Alessandria per l’oncologa Paola Varese.

Notizie interessanti:

Vedi altro