"Librerie al posto delle sale da gioco". Rilancia con forza la consigliera regionale dei Moderati Maria Carla Chiapello sul tema della ludopatia, all’indomani dell’entrata in vigore della legge regionale 9/2016, da giorni sotto la lente d’ingrandimento del Governo, preoccupato per il danno erariale che ne conseguirà. "Tutte le slot e le videolottery dovrebbero essere spente. Non solo quelle che si trovano in prossimità dei luoghi considerati sensibili come prevede il nuovo provvedimento" aggiunge poi Chiapello.
La legge regionale 9/2016, votata all’unanimità dal Consiglio regionale piemontese per regolamentare l’attività delle macchinette, è la più restrittiva d’Italia. Per questo il Governo, nei giorni scorsi prima dell’entrata in vigore, aveva chiesto di uniformarla con la normativa statale. "Di rivederla non se ne parla proprio – commenta la consigliera -. Tutti in aula eravamo d’accordo che fosse necessario contrastare il gioco d’azzardo patologico con misure rigorose. Rinunciare a questo importante giro di vite vorrebbe dire darla vinta alle lobby, togliendo ogni tutela a migliaia di persone e famiglie che spesso finiscono nelle grinfie degli usurai".
In Italia il gioco d’azzardo vale 95 miliardi cioè il 4,4 per cento del Pil, più di quanto lo Stato investe per l’Istruzione. Il dato è inquietante perché quantifica la disperazione, il livello culturale basso, la scarsa istruzione, il pensiero scaramantico. La ludopatia, infatti, fa strage di persone povere (il 47 per cento), di lavoratori saltuari e cassaintegrati in particolare e non risparmia nemmeno i più giovani che hanno pochi strumenti per capire la pericolosità del fenomeno. "Per questo dico librerie al posto delle sale da gioco – sottolinea Chiapello -. Il nostro Pil dovrebbe piuttosto conteggiare attività, come quelle svolte da casalinghe e volontari. Non dipendere in larga misura dal gioco d’azzardo".
Da ieri in Piemonte ha chiuso circa il 70 per cento delle macchinette attive in tutta la Regione: 20mila delle 29mila presenti in 1200 Comuni. "La mia speranza è che tutti i Comuni si diano da fare perché la nuova legge venga applicata – conclude la consigliera -. Alla politica ora si chiede un atto di coraggio. Sugli interessi economici deve prevalere il diritto alla salute e al benessere dei cittadini".