Tutti (o quasi) contro Elisa Isoardi. La conduttrice tv della val Grana (che a differenza di altre/i cuneesi 'illustri' rivendica con orgoglio le sue radici) è al centro dell'attenzione mediatica per aver pronunciato una frase che, se detta da qualunque altra starlette della tv ,non avrebbe avuto eco neanche sul giornalino della scuola. In un'intervista a 'Oggi' la Isoardi ha affermato: “Una donna, per quanto in vista, deve sempre dare luce al suo uomo. E la luce, il sostegno, la vicinanza spesso si danno arretrando. Stando nell’ombra”. Non c'è bisogno di ulteriori spiegazioni in quanto tutti sanno chi è il compagno dell'ex miss Cinema.
Una frase del genere si può ascoltare, magari con un tasso minore di poesia, in qualsiasi bar di corso Nizza, ma tant'è il plotone di esecuzione dei media non ha tardato a sparare: “Scemenza abissale”, “Portavoce del sessismo di Salvini”, “Complicità scambiata per subalternità”. Ovviamente il tutto tralasciando (volutamente) i commenti dei webeti che tanto piacciono al direttore del tg di La7.
Tralasciando il fatto che la Isoardi sia un giorno sì e l'altro pure sulla rete ammiraglia del servizio pubblico (l'ombra è un'altra cosa), è evidente che la frase è stata pronunciata perché non vuole essere associata al percorso politico del compagno, dal quale ha provato a 'smarcarsi'. Impresa impossibile in una fase post-berlusconismo in cui anche Claretta Pertacci è 'un maiale' e qualsiasi pretesto è buono per attaccare l'immagine dell'avversario politico.
D'altronde è un segno dei tempi. In un momento storico in cui le idee e ideologie latitano e l'unico modo di raccogliere consensi elettorali è crearsi un'immagine forte che al contempo l'avversario cerca di distruggere. E così Salvini che tra le mura domestiche fa il 'padre padrone' diventa un ologramma allettante per gli avversari. Ovviamente il gioco è valso tante volte a parti invertite, ma non è questo il punto; il punto (di non ritorno) è che la discussione poltica è basata sull'immagine e sui giornali di gossip.
Davvero non vale la pena fermarsi a riflettere prima di commentare qualunque cosa? Davvero Salvini (o qualunque altro politico) non può essere attaccato solamente per ciò che dice? A Novella 2000 l'ardua sentenza.