Fratelli d’Italia mette radici anche a Fossano. Con un comunicato ufficiale i vertici provinciali hanno annunciato il passaggio nelle loro file di Tiziana Airaldi, che abbandona Forza Italia: “Mi sento gratificata - afferma la diretta interessata - dall’ingresso in una nuova realtà dove porto la mia storia di 28 anni di militanza politica. Non salgo su nessun carro. È stata una scelta coerente, sensata e meditata perché nello spazio politico da cui provengo sono venute meno le condizioni e la fiducia nelle persone cui fare riferimento. Mi sono sempre riconosciuta nei valori di Fratelli d’Italia, e ringrazio Paolo Bongioanni e chi ha voluto aprirmi le porte”.
Airaldi è entrata in Consiglio comunale come prima esclusa del partito di Berlusconi, con 24 preferenze, in seguito alle dimissioni di Giacomo Pellegrino, nominato assessore e vicesindaco. Durante l’ultimo anno del mandato Sordella, aveva già ricoperto l’incarico di consigliera al posto del dimissionario Clemente Malvino. Inutile dire che i più compiaciuti sono proprio i “fratelli”, dal capogruppo in Regione Bongioanni - artefice dell’operazione - al segretario provinciale William Casoni, la deputata locale Monica Ciaburro e il responsabile Enti Locali Rocco Pulitanò: “È fondamentale - dice Bongioanni - che anche al comune di Fossano nasca un gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, propedeutico alla sfida elettorale del 2024 che ci vedrà impegnati su tutti i fronti”.
Un messaggio che pare indirizzato, più che ai forzisti, ai veri “azionisti di maggioranza” del centrodestra fossanese, ovvero i leghisti. Nella città degli Acaja il Carroccio aveva fatto il pieno nel 2019, con uno stratosferico 30% a cui andava aggiunto il 3,7% della lista a sostegno del candidato sindaco Dario Tallone. Un risultato che oltre a lasciare a bocca asciutta i meloniani - fermi al 2,4% e fuori dal Consiglio comunale - aveva fissato rapporti di forza invalicabili per tutto il centrodestra: Fossano è roba nostra, insomma. A tutt’oggi l’egemonia leghista in città non appare in discussione, sia che Tallone si candidi per il secondo mandato, sia che tenti la scalata in Regione lasciando a un altro esponente del partito di Salvini il compito di difendere la supremazia, nel feudo elettorale del senatore Giorgio Bergesio. In quel caso (meno probabile), il candidato naturale sarebbe l’attuale presidente del Consiglio comunale e consigliera provinciale Simona Giaccardi.
La mossa di Fratelli d’Italia prelude però a un orizzonte politico in cui lo strapotere leghista potrebbe non essere più così granitico, anche se questo dipenderà dai nomi che la fiamma tricolore saprà mettere in campo per le comunali del prossimo anno. Nel frattempo c’è una “bandierina” in più da piantare in un terreno che - ai tempi di Alleanza Nazionale - si era dimostrato fertile per la destra. All’epoca a trainare il consenso c’era Anna Mantini, poi passata con armi e bagagli proprio alla Lega ma oggi sempre più lontana dai vertici locali: tant’è che pochi mesi fa la si è notata tra i promotori del Patto Civico, un’aggregazione di cui fanno parte l’ex sindaco di centrosinistra Davide Sordella e il coordinatore di Azione (ex forzista) Gianfranco Dogliani, che potrebbe tentare un’operazione analoga a quella vista a Mondovì per scalzare il centrodestra dalla guida di palazzo civico.
Quanto a Forza Italia, l’emorragia di eletti pare inarrestabile come lo è stata finora quella dei consensi. Perdendo l’unica pedina in Consiglio comunale a Fossano il partito di Berlusconi è ormai assente in quattro delle sette sorelle: anche a Mondovì, Savigliano e Bra gli azzurri sono eclissati. Resistono per ora a Cuneo grazie all’ingresso recente del civico Franco Civallero, a Saluzzo con l’inossidabile Fulvio Bachiorrini, scalzato però dal coordinamento cittadino in favore del sindaco di Rifreddo Cesare Cavallo, e ad Alba dove il sindaco Carlo Bo annovera due consiglieri, Mario Sandri e Stefania Balocco, fedeli al suo stesso partito. Per contro Fratelli d’Italia può contare ormai su una rappresentanza in sei delle sette città sopra i 15mila abitanti nella Granda: l’unica ancora sguarnita è Saluzzo, ma anche lì il voto è alle porte e un rimescolamento dei rapporti di forza appare più che probabile.